Buone notizie all’ombra del Kilimangiaro. Dall’inizio della pandemia, a marzo, almeno 140 elefanti hanno visto la luce nel parco nazionale kenyano di Amboseli, nel sud del Paese. Numeri impressionanti, che hanno spinto i responsabili della riserva e i media kenyani a parlare di un quanto mai gradito “baby boom” tra i pachidermi. Secondo Winnie Kiiru, uno dei dirigenti dell’Elephant protection initiative foundation – un’organizzazione panafricana impegnata a combattere la caccia agli elefanti e a garantirne la sopravvivenza in 21 Paesi del continente – a favorire l’incremento nel numero delle nascite sono stati almeno due fattori: l’assenza di turisti dovuta alle restrizioni messe in atto per contenere la pandemia di Covid-19, circostanza che si è aggiunta alle abbondanti piogge, hanno permesso alla vegetazione di svilupparsi indisturbata, garantendo quindi cibo in abbondanza per gli animali.
We are delighted to announce that John Scanlon, will be joining the Elephant Protection Initiative Foundation as Special Adviser to the Board and the Council, and acting CEO. https://t.co/UibDNgWOh2 pic.twitter.com/Ru4kkdwge0
— The EPI (@EPIAfrica) June 1, 2020
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Il merito però, è anche del “lavoro” delle elefantesse. Secondo la direttrice dell’Amboseli Trust for Elephants, Cynthia Moss, “l’abilità di una femmina di concepire e portare a termine una gestazione dipende molto dalle sue condizioni fisiche”. L’Amboseli national park è un’area naturale protetta istituita nel 1974. Situato a pochi chilometri dal confine con la Tanzania, il parco è noto nel mondo per la sua ricca fauna e per la vista mozzafiato sul Kilimangiaro, la montagna più alta d’Africa.
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