Che disdetta: più fa caldo e più berresti birra che invece diventerà più costosa.
Finora era noto che «nei periodi di siccità e caldo estremi la produzione di orzo si riduce drasticamente», osservano i ricercatori, ma nessuno aveva mai tradotto finora questi rischi in cifre. I primi dati quantitativi sono stati ottenuti grazie a un modello in grado di fornire scenari diversi relativamente a diverse situazioni climatiche. «Abbiamo visto - scrivono i ricercatori - che gli eventi climatici estremi possono portare a una drastica riduzione della resa dell'orzo nel mondo». Una perdita che, a seconda del grado di siccità e delle temperature, potrebbe variare dal 3% al 17%.
Per avere un'idea delle conseguenze, una riduzione dei raccolti di orzo del 16% equivarrebbe a 29 miliardi di litri di birra in meno: una quantità pari alla quantità di questa bevanda consumata in un anno negli Stati Uniti. In uno scenario simile i consumi potrebbero scendere del 4% e i prezzi salire del 15%. A farne le spese, secondo il modello, sarebbe i Paesi che sono i più forti consumatori, guidati attualmente dalla Cina. Tra i Paesi più colpiti non può mancare l'Irlanda, dove entro il 2099 il prezzo della birra potrebbe impennarsi dal 43% al 338%. Non va meglio in Argentina, dove annate particolarmente difficili per la siccità significherebbero una riduzione della produzione di birra del 32%, pari a 0,53 miliardi di litri.
Certamente, ammettono i ricercatori, questi effetti «possono sembrare modesti al confronto con altri impatti dei cambiamenti climatici potenzialmente minacciosi per la vita»; si potrebbe anche osservare, aggiungono, che «consumare meno birra non sia di per sé un disastro e che potrebbe, anzi, avere dei benefici sulla salute». Tuttavia, concludono, «senza dubbio per milioni di persone nel mondo l'impatto climatico sulla disponibilità e il prezzo della birra suonerebbe come aggiungere il danno alla beffa».
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