«Sesso mai avvenuto a scuola dove c’era ufficio a vista e porte sempre aperte – ribadisce l’avvocato Alessandro Troilo. Cosa non vera l’abuso di autorità, era l’alunno che andava in presidenza per dei progetti. E nell’ipotesi dell’incontro in casa a San Vito questo è stato consenziente. Nei video sequestrati solo scene di adulti. E false le voci di molestie alla base di precedenti trasferimenti. Si è invece ravvicinato al nucleo famigliare. E’ stato anche un ottimo educatore sportivo collaborando con grandi società, con elevata correttezza e professionalità».
Se la difesa prova a smontare il quadro indiziario, il pm Ponziani lo ritiene al contrario granitico dopo l’indagine della Squadra Mobile partita il 24 marzo. Il giovane, ora ventenne e studente universitario, si è sfogato con una piscologa, ma non voleva denunciare il preside. Trovati poi su comportamenti inopportuni con alcuni alunni; bacio sul collo, apprezzamenti sull’aspetto fisico, prove uniformi nel suo ufficio, regalino alla vittima portato dalla Thailandia, cinema con altro studente e chat con giovani con promessa di soldi per incontri. Il gip stigmatizza: «Folle disinibizione. Poteva benissimo dirigere altrove, escludendo i minori dal suo raggio d’azione, i propri vizi, ovviamente non in discussione. Vittima dolorosamente riluttante alla rivelazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA