Con una fune da alpinista evade dal carcere di Teramo: caccia al detenuto albanese aiutato da un drone

Il detenuto, agilissimo, si è calato in trasversale con una corda fissata alle spranghe di ferro di un depuratore estero alla casa circondariale di Castrogno

Con una fune da alpinista evade dal carcere di Teramo: caccia al detenuto albanese aiutato da un drone
di Teodora Poeta
3 Minuti di Lettura
Lunedì 25 Settembre 2023, 14:39 - Ultimo aggiornamento: 22:08

Detenuto di 39 anni, Roland Dedja, con una fune da alpinista, riesce a scavalcare il muro di cinta ed evade da carcere di Teramo. Sono in corso le ricerche dell'albanese, in carcere per i reati di droga e rapina, arrestato a Martinsicuro nel giungo scorso per fatti successi anche fuori dalla regione Abruzzo. Non aveva ancora la pena definitiva,  ma era in attesa di essere giudicato. Il detenuto, agilissimo, si è calato in trasversale con una fune da alpinista fissata  alle spranghe di ferro di un depuratore esterno alla casa circondariale di Castrogno con l'aiuto di un complice e di un drone che avrebbe "consegnato" di strumenti utili all'uomo per fuggire. Insomma un'azione degna di un film americano.

«In questo momento sono al vaglio le registrazioni di tutte le telecamere del penitenziario per cercare di comprendere l'esatta dinamica dell'evasione» riferisce Gino Ciampa di Fp Cgil polizia penitenziaria per
l'Abruzzo.
 «Se fosse confermata la versione che vede l'utilizzo di un drone per l'evasione di questa notte - dichiara Mirko Manna, nazionale Fp Cgil polizia penitenziaria - ci troveremmo di fronte ancora una volta alla prova evidente del ritardo tecnologico con cui la polizia penitenziaria è costretta a lavorare per garantire la sicurezza delle carceri. Il mix devastante di carenza di personale e mancato adeguamento delle tecnologie sta creando un confronto impari tra chi ha commesso reati e la polizia penitenziaria che ha il compito di garantire l'espiazione delle pene più gravi nelle carceri. Il ritardo - conclude Manna - non è solo tecnologico, ma anche di attenzioni da parte del Governo che continua a propagandare miglioramenti citando l'acquisto per la Polizia Penitenziaria di manganelli, scudi e guanti antitaglio, mentre armi, droga e strumenti per evasioni arrivano con i droni».

 «Questa volta, per fortuna, non ci sarebbero stati feriti - dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale Uilpa polizia penitenziaria - diversamente da quanto accaduto solo giovedì scorso con la fuga di un detenuto dall'ospedale San Paolo di Milano, ma non comprendiamo cos'altro debba accadere perché il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo Meloni prendano atto della divampante emergenza penitenziaria e agiscano di conseguenza con atti tangibili e concreti».

«Si sospetta l'aiuto di un drone per la consegna di strumenti utili con i quali il detenuto albanese ha effettuato l'evasione in nottata dal carcere di Teramo. La scoperta della fuga solo questa mattina», precisa Gino Ciampa, Fp Cgil Polizia Penitenziaria per l'Abruzzo. «Da quanto si apprende - dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale Uilpa Polizia Penitenziaria - probabilmente avvalendosi di un filo d'angelo, il detenuto avrebbe tagliato le sbarre della finestra della propria cella al terzo piano per calarsi con una corda e darsi alla fuga. Ci sarà tempo e modo per approfondire la dinamica, ancora incerta per le notizie frammentarie che pervengono, ma di certo questo è l'ennesimo episodio che mette a nudo il fallimento totale di carceri colabrodo che non assolvono minimamente alla loro funzione». «Serve immediatamente un decreto carceri che, con procedure accelerate, consenta urgentissime assunzioni straordinarie nel Corpo di polizia penitenziaria, mancante di 18mila unità, la dotazione di adeguati equipaggiamenti e tecnologie e il deflazionamento della densità detentiva, nonché, parallelamente, un legge delega per riforme complessive e strutturali del sistema d'esecuzione penale, particolarmente quello inframurario, che reingegnerizzino il Dipartimento  dell'Amministrazione penitenziaria e riorganizzino il Corpo di polizia penitenziaria», conclude De Fazio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA