Aumentano in maniera preoccupante i casi di maltrattamento sugli animali nel territorio teramano. Tanto che l’amministrazione comunale intende sistemare una telecamera almeno nei pressi del laghetto del parco fluviale dove l’altro giorno si è verificato un atto di maltrattamento nei confronti del cigno bianco “Johnny”, assurto alle cronache nazionali, dopo un servizio Rai mandato in onda qualche giorno fa. «Il cigno – ha dichiarato l’assessore al verde del Comune di Teramo, Valdo Di Bonaventura - è stato oggetto più volte di lancio di pietre da parte di alcuni ragazzi verso le 11 di sera, un residente del posto è dovuto intervenire personalmente. Johnny è stato traumatizzato dal fatto tanto che da circa due settimane non effettua più il suo proverbiale volo sull’acqua, che fungeva anche da richiamo per tanti ragazzi e curiosi. In questi casi occorrono buoni sentimenti come sensibilità e rispetto nei confronti degli animali in genere, un verbo che predico spesso ai più piccoli».
Una nota positiva giunge invece dal laghetto della Villa Comunale dove la reiterata lotta tra cigni bianchi e neri sta osservando stranamente «un periodo di tregua». La Tai (Tutela Animali Invisibili) Teramo chiede un punto strategico di vigilanza: «Dopo l’ennesima situazione riscontrata circa il maltrattamento degli animali nella zona del parco fluviale, chiediamo di riproporre al sindaco d’Alberto la nostra intenzione di voler prendere in comodato d’uso gratuito la nuova casetta comunale di sito in via vecchio mattatoio, infatti il nostro scopo e destinarla a sede dei quartieri del parco fluviale vista l’ubicazione a ridosso del fiume Vezzola e quindi la possibilità di avere un luogo consono alle esigenze di vigilanza e di controllo di cui necessita lo stesso parco». La Lida, Lega Italiana dei Diritti dell’Animale (sezione di Teramo), ha denunciato una strage di gatti a Colleparco. «Da novembre ad oggi ne sono stati uccisi molti nel quartiere per mano di qualcuno. Finalmente, all’ennesima autopsia, l’Istituto Zooprofilattico ha definitivamente chiarito che le morti non sono naturali o procurate da malattie. Infatti, è stata individuata una sostanza che è velenosa e che ha procurato i decessi. Pertanto l’Istituto, come da prassi, ha denunciato il fatto alla procura della Repubblica che indagherà tramite i Carabinieri Forestali».
«È giusto che queste povere anime indifese, anch’esse creature di Dio, trovino pace e giustizia dopo aver trovato la morte tra enormi sofferenze e senza motivo».