Abusi sessuali in cantina su una bimba di 9 anni, i genitori affrontano il vicino: «Non la toccare più». Poi le bastonate e il doppio processo

Il 44enne attirò la piccola in un tranello: "Vieni, diamo da magiare al cane". Poi la violenza. Quando venne scoperto chiese perdono al papà e alla mamma promettendo che non si sarebbe più avvicinato a lei, ma non fu così

Abusi sessuali in cantina su una bimba di 9 anni, i genitori affrontano il vicino: «Non la toccare più». Poi le bastonate e il doppio processo
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Giovedì 26 Ottobre 2023, 09:39

Dodici anni di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione civile per cinque anni e interdizione a svolgere lavori a contatto con minori per un anno, oltre ovviamente alle spese legali (9.500 euro) e al pagamento del danno da valutare in sede civile. Non concede le attenuanti il Collegio del tribunale di Sulmona, in provincia dell'Aquila, che ieri ha condannato un 44enne di un piccolo centro della Valle Peligna per abusi sessuali, ovvero violenza su minori. Minore di dieci anni, nove, per la precisione, tanto aveva la bimba, vicina di casa dell’imputato, quando nel novembre del 2019 da questi venne fatta scendere in cantina per dare da mangiare al cane: pochi minuti diventati un incubo per la piccola, a cui vennero abbassati gli indumenti, compresi quelli intimi. Poi le molestie fisiche. Quell’uomo godeva della piena fiducia della famiglia e implorò la bimba perché non dicesse nulla ai genitori che gli avrebbero potuto fare del male. Un segreto serbato per quasi un anno, fino ad ottobre del 2020, quando i genitori della bambina, insospettiti dalle reazioni che la figlia aveva ogni volta che vedeva il vicino, la misero alle strette, fino a farsi raccontare quell’episodio consumato in cantina. La denuncia, tuttavia, non scattò subito: i genitori della vittima chiamarono il vicino che in ginocchio e in lacrime chiese perdono per quanto era accaduto, ovvero di aver fatto del male alla piccola, senza però mai specificare cosa. Implorazione che i genitori della vittima, anche per non portare in piazza la storia, accettarono, alla condizione che lui non si sarebbe mai più dovuto avvicinare alla piccola e alla loro casa.


Nell’agosto 2021, però, la violazione di quell’accordo, che portò il padre della bambina a scendere armato di bastone e a picchiare il suo vicino procurandogli lesioni importanti, superiori ai venti giorni di prognosi. Quel segreto dalle mura tra vicini, arrivò così in tribunale, con un doppio processo: uno per lesioni che è ancora in corso e uno per violenza sessuale che ieri ha visto la sentenza di primo grado. Il ricorso in appello da parte della difesa dell’uomo, rappresentata dall’avvocata Giuliana De Nicola, è scontato: «E’ inverosimile che due genitori che vengono a sapere una cosa del genere - commenta - decidano di passarci su e decidano di denunciare solo dopo due anni e aver picchiato il presunto responsabile». Di parere opposto l’avvocato di parte civile, Vincenzo Colaicovo, secondo il quale la ricostruzione dei fatti è sostenuta anche da testi esterni.

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