Banditi armati assaltano la villa degli imprenditori Di Stefano ad Ascoli Piceno. «Terrorizzati dai rapinatori armati e costretti ad aprire la cassaforte»

Guido Di Stefano
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Giovedì 22 Giugno 2023, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 10:27

 Si sono introdotti in casa con il volto coperto e un cappello in testa e sotto la minaccia delle armi si sono fatti aprire la cassaforte per poi fuggire una volta arraffati soldi, gioielli e oggetti di valore. Sono stati momenti di paura quelli vissuti lunedì sera dalla famiglia Di Stefano, noti imprenditori abruzzesi, titolari del Maglificio Gran Sasso a Sant'Egidio alla Vibrata, nella loro casa nella zona residenziale di Borgo Solestà, ad Ascoli Piceno. Un banda di malviventi ha compiuto una rapina in villa su cui sta ora indagando la procura di Ascoli che sta cercando di ricostruire il colpo nei minimi particolari per cercare di dare un volto ai rapinatori.

Un colpo, organizzato nei minimi particolari, che per le modalità con cui è stato compiuto potrebbe essere stato messo a segno da una banda di professionisti. Erano circa le 22 quando è scattato il raid dei malviventi. In quel momento in casa c'erano otto persone tra le quali l'anziana madre Alferina, vedova del compianto Eraldo scomparso a dicembre del 2020; la badante, i figli Guido e Ferdinando e alcuni nipoti. Si trovavano nel giardino della villa per godere di un po' di fresco e mangiare un gelato tutti insieme, quando si sono visti arrivare tre persone vestite di nero, con il volto travisato e i cappelli coperti da un cappello per non farsi riconoscere. In pugno le pistole. Sotto la minaccia delle armi, hanno intimato a tutta la famiglia di rientrare in casa e di rimanere calmi, solo così avrebbero evitato di essere legati. Poi, i rapinatori si sono fatti aprire la cassaforte.

A questo punto hanno preso i gioielli, oggetti di valore, gli orologi e denaro in contante che era custodito all'interno e, intorno alle 22,30 si sono dileguati facendo perdere le loro tracce. Probabilmente, ad attenderli, all'esterno dell'abitazione, c'erano dei complici che potrebbero aver agito da pali per tenere sotto controllo la situazione e favorire poi la fuga subito dopo aver compiuto la rapina. Sono state vittime, terrorizzate per l'esperienza vissuta, a dare l'allarme una volta che la banda si è allontanata.

La presenza di altri complici sarebbe ipotizzata anche dal fatto che i malviventi parlavano tra di loro utilizzando un sistema di radiotrasmittenti che avrebbero consentito di comunicare con eventuali complici all'esterno della villa. Su quanto accaduto stanno ora indagando gli agenti della squadra mobile ascolana coordinati dalla procura che nel frattempo ha aperto un fascicolo ipotizzando i reati di sequestro di persona e rapina aggravata verso ignoti. L'entità del bottino non è stato ancora quantificato ma è ingente. Gli agenti hanno raccolto le testimonianze per cercare di riuscire ad individuare la banda di rapinatori che pare parlassero in albanese. Non è comunque da escludere che nel commando ci siano anche italiani. Su questo e su altri particolari si sta concentrando l'attenzione degli investigatori che stanno visionando le immagini della videosorveglianza.

Guido Di Stefano, uno dei componenti della famiglia, ha parlato di minuti di vero terrore.

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