Storie aquilane/ Quando la SSC Napoli veniva all'Aquila in ritiro

Josè Altafini e il giornalista aquilano Dante Capaldi all'Aquila nel 1964
di Enrico Cavalli
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Mercoledì 27 Luglio 2022, 12:49

L'AQUILA Per il terzo anno consecutivo, la SSC Napoli, terza forza della Serie A, svolgerà una preparazione agonistica a Castel Di Sangro.

 Ciò, per l’accordo del 2020, fra il presidente azzurro Aurelio De Laurentiis e la Regione Abruzzo, auspici, naturalmente, la Provincia dell’Aquila e Comune castellano, in grado di ammodernare negli anni i propri impianti sportivi e strutture ricettive.

 Nel Sangro a fronte dell’arrivo di migliaia di “aficionados” azzurri, ci sarà un notevole indotto economico e visibilità territoriale che si incrementa del ritiro a Roccaraso del neo promosso in B A.C.Bari della scuderia De Laurentiis.

 Torna alla mente di quando i partenopei, dopo i ritiri estivi di Sulmona nel 1960 ed Avezzano nel’63, scelsero dal 1964 al’67, L’Aquila, ospitante prima e successivamente altri sodalizi di A/B (AS Roma, SS Lazio, AS Ascoli, US Lecce, US Foggia, US Pescara, US Catanzaro), all’epoca, comprendendosi, localmente, gli effetti positivi per l’intero comprensorio derivanti dalla venuta di club e tifosi al seguito.

L’Aquila, per la sua impiantistica sportiva saggiata alle Olimpiadi di Roma 1960 e le temperature non torride d’estate, era la base ideale di preparazione azzurra per la B 1964-65, a giudizio del presidente e “comandante” napoletano Achille Lauro.

Tanti gli aneddoti di queste visite partenopee alla città che un tempo fu la ”seconda nel regno delle Due Sicilie”; i giocatori del tecnico argentino Bruno Pesaola, attraversavano il centro storico aquilano, dal “Grande Albergo” di Dino Troiani fino allo stadio comunale per gli allenamenti, e, recantesi alla pinetina di Roio ed a Campo Imperatore per l’ossigenazione, in un climaterio goliardico.

Alla loro seconda puntata sotto il Gran Sasso nel 1965, i partenopei del presidente Roberto Fiore, sfoggiano i colpi dell’anno di calciomercato: l’argentino ex juventino Omar Sivori ed il brasiliano ex milanista e campione del mondo in Svezia 1958 Josè Altafini ed ovviamente andò in visibilio la piazza aquilana, che si riempie di ”mass media” specializzati; da rammentare, un fuori programma di Altafini che in allenamento, tirando un rigore al suo portiere Bandoni, verso la porta alla ”curva” della Croce Rossa, sfondò la rete, fra la meraviglia degli astanti, e, per inciso, la SSC Napoli sfiorò lo scudetto in quella stagione.

Nel 1966, ecco l’amichevole agostana dei rossoblù di casa con gli azzurri che oltre i “big” suddetti mostravano Faustinho Canè, Dino Panzanato (recluta alla cittadina caserma ”Francesco Rossi”), Ottavio Bianchi, Gastone Bean, Juan Carlos Tacchi; i napoletani, prevalsero 3-0 sui padroni di casa evidenzianti le doti di Vincenzo Dionisi, autore di un ”tunnel” nientemeno che al “cabezon” Sivori!), del celanese Adriano Contestabile e giuliese Paolo Braca, prendenti, l’uno, la strada dell’A.C. Catania, l’altro, proprio, del golfo azzurro, in virtù di una votazione fra i tifosi napoletani su ”SportSud”, anzi, spiegando, così, il retroscena di mercato, Dante Capaldi, corrispondente del ”Corriere dello Sport”: “(…) Braca dal cognome bisillabo, più facile da gridare al novello ”San Paolo” diversamente da Con-te-sta-bile”.

Sarebbe da riportare le vicende dei ritiri a L’Aquila, dell’A.S. Roma di Helenio Herrera rincorso da “fan” in ogni via del centro storico, dell’A.S. Ascoli ”criticato” per le eccessive spese di ospitalità del Comune (oggi, succede per i napoletani al Sangro…), dell’U.S. Lecce di Skoglundjr, Claudio Merlo sfidanti a tennis il nostrano maestro Marino Bon, dell’U.S. Catanzaro di Carletto Mazzone, l’amico-avversario dei rossoblù d’anni '60, che incrociò ufficiosamente i giallorossi capitolini di Niels Liedholm, in un ”T.Fattori” straripante di pubblico nel 1979 e sempre in quel periodo, il soggiorno dell’U.S.

Pescara che calcava la Serie A …

Tutte situazioni che mantenevano il grande calcio in città non senza risvolti sociali e scolpite fra gli appassionati aquilani che li vissero ed eternati a mezzo di foto e dediche con dirigenti, allenatori, calciatori ”vip” che talora hanno rifatto tappa, fugacemente, nel capoluogo abruzzese a reinsaldare antiche amicizie, a dire, insomma, che ”non di solo pallone….”.

Enrico Cavalli

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