Proiettili traccianti da guerra nella casa dei ladri

Proiettili traccianti da guerra nella casa dei ladri
di Gianluca Lettieri
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Venerdì 2 Febbraio 2018, 09:56
Assaltavano case, negozi, cantieri. Due di loro erano ai domiciliari e pensavano di poter continuare a rubare indisturbati, persino nel salone della chiesa di San Martino, ma sono finiti in trappola. Li hanno arrestati i carabinieri di Chieti scalo: da mercoledì sera tre romeni sono rinchiusi in carcere per ricettazione e detenzione di munizionamento e parti di armi da guerra. Si tratta di Mihaita Hristu (36 anni), Adrian Gherasim (32) e Gheorghe Negoita (34); un quarto uomo è stato denunciato a piede libero. Per l’accusa, nella loro casa in affitto di via Curtatone, nascondevano refurtiva dal valore stimato di 100 mila euro e 427 proiettili, tra cui traccianti da contraerea.

L’indagine parte da lontano, perché i tre sono sospettati di essere gli autori di numerosi furti avvenuti negli ultimi tempi allo Scalo. Le ipotesi diventano quasi certezze in un controllo di routine di Hristu e Gherasim, entrambi ai domiciliari: i militari notano sul letto delle particolari federe, trafugate il 7 gennaio in un appartamento di San Martino. I carabinieri fotografano la biancheria mostrando poi le immagini alla proprietaria, che le riconosce. Mercoledì, su decreto del pm Giancarlo Ciani, scatta la perquisizione dei militari di Chieti scalo, dell’aliquota operativa della compagnia teatina e del nucleo cinofili. I carabinieri della tenente Maria Di Lena e del luogotenente Filippo Scarcia trovano una piccola miniera d’oro. È infinito l’elenco del materiale di provenienza dubbia su cui sono in corso indagini per risalire ai legittimi proprietari: orologi di Cartier e di Gucci, monete da collezione, attrezzi da cantiere, spade antiche, una pelliccia di visone, un’affettatrice, macchine per caffè, coltelli, pugnali, accette, asce. E ancora: articoli di bigiotteria, maschere anti-gas nuove (forse da utilizzare per qualche colpo), cesoie, cellulari, documentazione bancaria, costose penne stilografiche e una serie di custodie per gioielli ormai vuote.

Vengono fuori anche oggetti il cui furto era stato già denunciato alla stazione di Chieti scalo, come il materiale edile sparito dal cantiere della nuova chiesa di San Martino. Trovati pure una gelatiera e delle scarpe rubate in appartamento. È uno dei cani addestrati a ricercare esplosivi, di nome Nox, a indirizzare gli investigatori nella vicina rimessa agricola: spuntano un contenitore di alluminio nero e una cassetta di metallo, interrata e coperta con della paglia e una lastra di plastica. All’interno non si contano i proiettili (107 sono da guerra, gli altri per uso civile) e c’è anche un caricatore di una pistola. Gli arrestati, trasferiti in carcere su disposizione del pm Marika Ponziani e difesi dall’avvocato Tullio Zampacorta, sostengono che i proiettili non appartengono a loro: «Sono stati trovati in una rimessa agricola in disuso: noi non l'abbiamo neppure presa in affitto». I militari invitano le vittime di furti in casa e in attività commerciali dello Scalo a presentarsi nella caserma in via Ricciardi per riconoscere il materiale recuperato.
 
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