fatti contestati a Pasquale Solari, che in seguito a questa vicenda è stato licenziato, risalgono ai giorni primo, 14 e 16 dicembre 2015 e al periodo che va dal 26 gennaio al 31 marzo del 2016. La vicenda fece rumore perché Solari nel luglio del 2016 venne raggiunto da un provvedimento cautelare di arresti domiciliari: in sostanza l’allora maresciallo timbrava il cartellino non nella sede della Polizia Municipale in via del Circuito ma nell’ex Aurum e poi, come accertato dalla Guardia di Finanza, se ne andava in giro: fu ripreso anche a bordo di una imbarcazione oltre che al bar. Non era invece a controllare i parchi pubblici, si è detto ieri in aula ripercorrendo la vicenda, come invece sarebbe stato nelle sue mansioni. Peraltro Solari non indossava neppure la divisa quando, almeno formalmente, risultava in servizio, circostanza questa che gli viene contestata nel capo di imputazione laddove si parla del suo astenersi "dal prestare qualsivoglia attività lavorativa, tanto da non indossare neanche la divisa". Per lui il verdetto di ieri si somma a quello della Corte dei Conti che lo aveva già condannato a pagare oltre 27.000 euro a titolo di danno erariale. In seguito alle sue vicissitudini giudiziarie, ed in particolare dopo aver perso il lavoro, l’ex vigile ha vissuto momenti molto difficili tant’é che per un periodo era andato a vivere dentro un casotto, sulla spiaggia tra Francavilla e Pescara, casotto che poi le forze dell’ordine avevano sgomberato.
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