Muntari squalificato, il Cagliari graziato. A Pescara arriva anche il console del Ghana

A sinistra il console del Ghana in Italia, Massimiliano Taricone (originario di Trasacco)
di Orlando D'Angelo
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Mercoledì 3 Maggio 2017, 09:39
PESCARA Il Cagliari l’ha fatta franca, Muntari no. Il centrocampista ghanese, vittima di insulti di stampo razzista dal pubblico cagliaritano nel finale della partita di domenica scorsa, è stato fermato per una giornata. Salterà Pescara-Crotone domenica prossima. L’ex milanista, dopo aver richiamato l’attenzione di Minelli e aver alzato i toni con l’arbitro chiedendo di sospendere la partita come da regolamento, è stato ammonito. Qualche attimo dopo ha lasciato volontariamente il campo. Gesto, quest’ultimo, che da regolamento viene punito con l’ammonizione. Per questo, a gara terminata, Muntari è finito nel referto arbitrale come espulso per doppio cartellino giallo. Al Cagliari, e alla piccola frangia del suo pubblico che si è resa vergognosamente protagonista dei “buu” e degli improperi verso la “Black Star” Muntari (così viene chiamato in Ghana assieme agli altri membri della Nazionale), né una multa, né una squalifica, né la chiusura di una curva. Nulla.

L’ipocrisia della giustizia sportiva colpisce ancora con motivazioni a dir poco grottesche: “Considerato che i pur deprecabili cori di discriminazione razziale sono stati percepiti nell’impianto in virtù anche della protesta silenziosa in atto dei tifosi (come segnalato dagli stessi rappresentanti della Procura federale) ma, essendo stati intonati da un numero approssimativo di soli dieci sostenitori e dunque meno dell’1% del numero degli occupanti del settore (circa duemila), non integrano dunque il presupposto della dimensione minima che insieme a quello della percezione reale è alla base della punibilità dei comportamenti in questione, peraltro non percepiti dagli Ufficiali di gara (come refertato dall’Arbitro), a norma dell’art. 11, comma 3, CGS; delibera di non adottare provvedimenti nei confronti del Cagliari”.

Ieri al Poggio era presente anche il console del Ghana in Italia, Massimiliano Taricone, ghanese di nascita ma originario di Trasacco, quindi abruzzese. “Muntari, con Essien, Asamoah, Boateng e altri, fa parte delle Black Stars e quindi l’episodio in Ghana ha avuto un’eco fastidiosa – ha detto ieri il console al Poggio degli ulivi – . Loro sono visti come divinità in patria: rappresentano l’orgoglio nazionale. Ogni messaggio da parte loro viene amplificato per mille. Io sono d’accordo con il calciatore: ha fatto bene a lasciare il campo. Non ci si può abituare a certe cose. Io ho visto su internet le immagini, il ragazzo era frustrato da qualcosa che lo ha sconvolto. Gli arbitri avrebbero dovuto intervenire e dire: così non va bene e non si può proseguire. C’è una grande comunità d’italiani e di europei da noi: quest’informazione di razzismo europeo nei confronti dei nostri connazionali è stata brutta. Ho voluto far sentire la vicinanza del suo Paese a Sulley, lo facciamo per tutti i ghanesi che vivono in Italia, sono sessantacinque mila, mille registrati in Abruzzo. E’ stato un episodio spiacevole, purtroppo immagino che accada ogni domenica sui campi di periferia… Giudicare oggi una persona per il colore della pelle è roba da medioevo”. Il consolato sta studiando anche un’iniziativa contro il razzismo assieme al centrocampista biancazzurro.
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