«Se non mi dai i soldi rapisco tuo figlio». Quattro indagati per le minacce online

Il Tribunale di Teramo
di Teodora Poeta
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Giovedì 30 Novembre 2023, 08:07

Pensando di poter fare un affare on line è finito invece in una rete di truffatori, con uno di questi che ha provato a estorcergli 3mila euro, minacciando la sua famiglia. Una vicenda che risale a due anni fa e che grazie alla denuncia della vittima è riuscita a far risalire a quattro persone, tutte accusate in concorso di truffa, una delle quali, albanese, anche di tentata estorsione. Per loro, adesso, è scattata la richiesta di rinvio a giudizio.

On line un 42enne di Montorio aveva visto l’annuncio di vendita di una motosega a 270 euro. Dopo un contatto telefonico con l’albanese, il macchinario è stato pagato con un bonifico, ma subito dopo il presunto proprietario gli ha comunicato che la somma non era arrivata e gli ha richiesto un altro pagamento, ma con ricarica su una postepay. Quando il 42enne si è accorto di aver sborsato 540 euro senza ricevere la merce ha denunciato l’intestataria della carta prepagata. È a quel punto che l’albanese si è fatto avanti con una serie di messaggi intimidatori su whatsapp, in cui si diceva che avrebbe dovuto versargli 2mila euro se voleva evitare il rapimento di uno dei suoi figli. «Giuro che ti ammazzo», gli ha scritto. «Ho l’indirizzo tuo, dove scappi.

Io sono un hacker, ti entro anche nella mente. Cosa vuoi scommettere che ti porto via uno dei due bambini, se dopo lo vuoi indietro mi devi dare 300mila euro».

Nel descriversi gli diceva anche di non temere niente. «Io sono cresciuto in mezzo a una strada. Io non ho famiglia. E occhio a non rovinarla per niente». Ma il 42enne non ha ceduto al ricatto. Imputati in concorso per truffa ci sono anche l’intestataria della postepay, presunta moglie dell’albanese, l’utilizzatore della carta che l’ha ceduta alla donna dietro un compenso di 50 euro a transazione, e l’intestatario.

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