Lui la chiama “mostro” e “Belfagor”, lei si separa ma lo lascia a casa. Denuncia dopo nuove violenze

Il tribunale di Teramo
di Teodora Poeta
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Giovedì 18 Marzo 2021, 08:56

Aveva acconsentito a far rimanere l’ex marito a vivere con lei in casa dopo la separazione consensuale fatta nel 2015 perché lui non aveva la possibilità di potersi permettere un affitto. L’ennesima decisione sbagliata di una donna del Teramano che, all’epoca, voleva solo aiutare il padre di suo figlio e non farlo finire in strada nonostante quegli anni insieme trascorsi nel silenzio di precedenti maltrattamenti mai denunciati.

L’accoglienza, però, non lo ha cambiato e quell’uomo, un 55enne teramano, ha continuato ad essere com’era prima della separazione: un marito violento anche con le parole. L’altro giorno è stato, però, rinviato a giudizio dal gip Marco Procaccini e ad ottobre dovrà comparire a processo per difendersi dalle accuse di maltrattamenti, lesioni aggravate e furto con la sua ex moglie che si è già costituita parte civile assistita dall’avvocato Pierfrancesco Manisco.

E’ gennaio del 2020 quando la donna, pure lei della provincia di Teramo, 58 anni, si decide a denunciarlo. L’episodio scatenante è un litigio in casa, l’ennesimo ha poi raccontato lei alle forze dell’ordine, durante il quale l’ex marito la strattona con forza e la fa cadere a terra, tanto da farle sbattere la testa e la spalla contro un termosifone. I colpi quel giorno sono stati talmente forti che la donna ha riportato "contusioni multiple da percosse e uno stato d’ansia reattivo", così come da certificato medico, il tutto giudico guaribile in 10 giorni. Con l’aggravante per lui, come viene contestato nel capo d’imputazione, di aver commesso il fatto contro il coniuge legalmente separato.

Per poi derubarla di 40 euro, che la 58enne aveva nella sua borsa, mentre lei era ancora lì a terra senza potersi difendere. E’ dopo la denuncia che la donna ha raccontato di aver subito per anni, almeno dal 2013, "sistematiche percosse", si parla di calci e pugni, ma anche "minacce e ingiurie" con lui che ancora quando erano marito e moglie si rivolgeva a lei chiamandola “mostro” o “Belfagor” oppure spuntadole in faccia.

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