Ma non solo, perché come racconta nel battente del portone del ‘400 della palazzina sono stati attaccati dei tiranti che, solo dopo vigorose proteste, sono stati tolti. La Bequadro non se la prende di certo con gli operai che devono lavorare per la ricostruzione della città e del resto i lavori dei sottoservizi erano pure previsti ma questi continui disagi impongono una riflessione generale, forse tardiva, ma che vista la situazione che si ripete è inevitabile. L’organizzazione dei rientri e questo vale per commercianti e residenti probabilmente andava pianificata in modo diverso. Prima il lavoro, poi il rientro. Fatto sta che tra lavori per il gas prima e questi dei sottoservizi oggi da quattro mesi i residenti di quella zona vivono in mezzo alle difficoltà. Nel palazzo in Via Collepietro della signora Bequadro vivono tre persone ma nelle vicinanze ci sono altri residenti, compresa un’anziana. Alcuni hanno l’ingresso nelle loro abitazioni dalla vicina Via Accursio. Molti aquilani, tra l’altro, hanno messo in vendita (tema che meriterebbe un altro appronfondimento) le loro case in quella zona come raccontano i residenti e, ad esempio, proprio lì dopo la vendita di una casa si è stabilita una coppia di Roma.
Ma gli appelli della Bequadro e ne sono stati tanti sono sempre rimasti lettera morta. Nei giorni scorsi, esasperata proprio per essersi ritrovata la porta chiusa dai lavori, si è rivolta addirittura a Carabinieri, Polizia e Vigili Urbani. I disagi di chi incastra la propria vita con i lavori del centro sono notevoli e forse ampiamente previsti ma in molti cominciano a pensare, in alcune zone soprattutto, che forse si poteva attendere per rientrare se si fosse previsto tutto questo. La Bequadro, tra le altre cose, ha spesso raccontato di problemi con l’energia elettrica che spesso viene staccata per i lavori e inoltre c’è da considerare pure l’abbandono totale della vicina chiesa di Santa Maria Paganica.
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