L’Aquila, palazzo Corso stretto: lavori mai partiti, parla la proprietà de Consorzio

L’Aquila, palazzo Corso stretto: lavori mai partiti, parla la proprietà de Consorzio
di Daniela Rosone
3 Minuti di Lettura
Lunedì 27 Gennaio 2020, 14:16
L’AQUILA - La proprietà ha tutto l’interesse a far eseguire i lavori di messa in sicurezza del palazzo del corso stretto del Consorzio Filomusi Guelfi ma rivendica la tipologia di intervento del proprio progetto presentato al Comune (redatto dall’ingegner Valentino Perilli a maggio 2018) dal costo complessivo di 170 mila euro, 135 di lavori.

A spiegare il punto di vista dei dieci proprietari è l’avvocato Claudia Aloisio, presidente del Consorzio. Il progetto prevedeva la messa in sicurezza del palazzo e la realizzazione di interventi di riparazione del dissesto del terreno fondale provocato, come spiega la Aloisio, dai lavori dei sottoservizi (non è parer nostro ribadisce ma circostanza documentata da un tecnico incaricato dal Tribunale) propedeutico sia all’intervento di riparazione delle fondazioni che al completamento del ripristino post sisma del fabbricato, interrotto a dicembre 2016.

Previsione progettuale inspiegabilmente abbandonata dal Comune che però, dicono dal Consorzio, intende “addossare” a loro il costo di tecnico ed esecuzione. La storia inizia nel 2016 con il Consorzio che denuncia i danni al palazzo, solo nell’aprile 2019 avviene il sopralluogo dei Vigili del Fuoco e anche il Comune sancisce la pericolosità dell’edificio. A maggio 2019 parte la diffida del Comune al Consorzio, l’ente gli intima di presentare il progetto per la messa in sicurezza, altrimenti si sarebbero sostituiti.

Il Consorzio per legge non può movimentare denaro oltre quello per l’effettiva ricostruzione dello stabile. Se il Comune avesse eseguito quel progetto, non avendo il Consorzio la disponibilità economica, a giudizio della proprietà i lavori in 15 giorni sarebbero terminati e sarebbe stato smontato il tunnel, con buona pace dei commercianti. Il Comune decide però di dare l’incarico ad altro tecnico, ricorda la Aloisio. Il 4 dicembre c’è una riunione, il progetto non viene mostrato, a quanto pare era al genio civile.

Dai racconti, l’ingegner Perilli solleva già dei dubbi ma si conviene che i due tecnici potrebbero trovare una sintesi. Di contatti da lì non ce ne sarebbero stati più sino all’ultimo atto: la convocazione della conferenza di servizi per il prossimo lunedì. A questa viene allegato il progetto che viene visto solo ora, precisa la Aloisio. Conferenza alla quale la proprietà vuole ci sia pura l’Usra. Il quadro economico proposto dal Comune sarebbe di circa 280 mila euro di cui 149 di lavori, più costoso.

Le perplessità che avanza il Consorzio sono diverse: il progettista, ad una prima analisi, ritiene che il progetto possa inficiare la ricostruzione dell’immobile rendendo più onerosi e complessi i lavori di ripristino dei danni precedenti e quelli post sisma, impedendo addirittura l’esecuzione di questi. Di fatto i lavori non partono, la causa con Asse Centrale è solo introdotta, i commercianti sono stanchi ma i proprietari si ritengono le prime vittime. Dopo dieci anni il palazzo è ancora così, nessuno è tornato a casa nè ha avuto modo di riaffittare i locali, con danni ingenti. 
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA