Confagricoltura: «Premio di 50 euro a chi uccide un cinghiale, distruggono tutto»

«Oggi gli ungulati sono diventati una emergenza ambientale - dice Erminio Pensa, presidente della sezione giovani - bisogna avere la forza di essere dalla parte degli agricoltori. D’altronde l’abbattimento di questi animali non comporta nessun danno agli ecosistemi»

Confagricoltura: «Premio di 50 euro a chi uccide un cinghiale»
di Sonia Paglia
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Martedì 19 Dicembre 2023, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 08:21

n premio di 50 euro ai cacciatori per ogni cinghiale abbattuto nelle zone di coltivazione. La proposta arriva da Erminio Pensa, presidente dei giovani di Confagricoltura. La definisce una «taglia», sostenuta di tasca propria, come spesa aziendale, ma che dovrebbe essere gestita attraverso una convenzione tra allevatori e gli Ambiti territoriali di caccia per invogliare i cacciatori a uccidere i cinghiali nella zona di Raiano e dintorni, in provincia dell'Aquila. «Oggi gli ungulati sono diventati una emergenza ambientale - dice Pensa - bisogna avere la forza di essere dalla parte degli agricoltori. D’altronde l’abbattimento dei cinghiali non comporta nessun danno agli ecosistemi». Pensa ha inviato anche una lettera al vicepresidente della giunta regionale Emanuele Imprudente e al presidente dell’Atc, Roveto Carseolano dove viene segnalato che le misure adottate fino ad ora sono insufficienti. Negli ultimi anni, i danni provocati all’agricoltura sono cresciuti dal 20% a oltre il 90%.

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«Il contrasto alla fauna selvatica – spiega Pensa- è diventata una priorità, che, se trascurata, le attività agricole delle aree interne sono destinate a un inesorabile declino». Il presidente di Confagricoltura giovani sta valutando la chiusura dell’allevamento di cui è anche presidente e sul quale ha investito per digitalizzare i processi produttivi. Si tratta di un allevamento di mucche da latte di elevatissima genealogia. L’azienda occupa una decina di dipendenti. «Tutte le attività introdotte oltre ad essere inefficaci stanno producendo atteggiamenti corporativi da parte dei cacciatori - continua Pensa - ogni squadra si è creata la propria riserva di caccia privata e i ristori non coprono i reali danni arrecati alle aziende, che inesorabilmente sono costrette ad indebitarsi per l’approvvigionamento dei foraggi». Pensa non ritiene possibile un confronto con gli ambientalisti e con coloro che non vivono di agricoltura. Considera le loro ricette non applicabili alle aziende strutturalmente organizzate che per mantenere un allevamento specializzato coltivano centinaia di ettari tra foraggi, cereali e legumi che non si possono recintare e tenere sotto controllo. «A nostro avviso - conclude - le possibilità di contrastare il fenomeno esistono, basta avere il coraggio di misurarsi con la realtà. La nostra cooperativa, prima di gettare la spugna, ha deciso di stanziare una somma e dare un premio di 50 euro ai cacciatori per ogni cinghiale abbattuto nella nostra zona di coltivazione. Sperando di invogliare i cacciatori ad abbattere i cinghiali. Chiediamo all’assessore, di autorizzare il selecontrollo con l’ausilio di cani per 365 giorni 24 ore su 24 e concedere l’autorizzazione agli Atc, per sperimentare questo incentivo destinato ai cacciatori e pagato dalle aziende, che certamente, costerebbe loro meno dei danni patiti da questa fauna incontrollata».
 

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