Non solo ma i soldi per acquistare vino e liquori (in particolare vodka) li avrebbero avuti da altri amici mentre fino a Giulianova li avrebbe portati un automobilista al quale avevamo chiesto un passaggio e che avrebbe dato ai ragazzi anche dieci euro. Ma è soprattutto sull’acquisizione dello stupefacente che stanno indagano i carabinieri in quanto ceduto a dei minorenni. «Noi in comunità non diamo mai soldi ai ragazzi - ha tenuto a precisare Enrico Delli Compagni, che è il responsabile della comunità “Sirena”, che ha tre sedi, due a Tortoreto ed un’altra a Castelnuovo Vomano - i ragazzi non possono essere considerati dei reclusi, del resto ogni mattina vengono accompagnati a a scuola e quindi volendo, una volta fuori, potrebbero fuggire in qualsiasi momento. Il nostro lavoro di recupero è finalizzato a ottenere il recupero per un reinserimento in famiglia, ma più in generale nella società. E così, dopo la scuola e il pranzo, per un’ora e mezza devono studiare e anche se terminassero prima quel tempo è dedicato allo studio. Poi abbiamo fatto in modo che potessero praticare uno sport e hanno scelto soprattutto il pugilato al quale si dedicano sia i ragazzi che le ragazze, ma ci sono anche quelli che preferiscono il calcio, insomma, anche lo sport è di rigore».
Delli Compagni ha tenuto ancora a precisare che «nella circostanza i miei operatori sono stati in giro subito dal pomeriggio, anche io personalmente. I ragazzi escono solo se accompagnati o per andare a scuola. Che la comunità è una realtà complessa e articolata. La verità spesso è dolorosa e più difficile. La nostra comunità è una frontiera dove arrivano ragazzi che hanno bisogno di aiuto, ma non è facile farlo perché le condizioni sono complesse. Noi siamo in trincea tutti i giorni e leggere commenti svilenti dopo una notte di duro lavoro - mio ma soprattutto dei colleghi - fa davvero male».
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