Coronavirus, Pescara dichiara guerra agli sciacalli

Coronavirus, Pescara dichiara guerra agli sciacalli
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Mercoledì 26 Febbraio 2020, 09:30
Ai tempi del Coronavirus a dilagare sono anche gli episodi di sciacallaggio e le truffe ai danni delle persone anziane. I truffatori bussano alle porte delle abitazioni degli anziani, vestiti da paramedici con la classica divisa del soccorritore, dicendo di aver avuto l'incarico di eseguire gratuitamente il tampone del Coronavirus. Di solito si presentano in due. Chiedono quindi di entrare a casa e poi mentre uno effettua il finto tampone, l'altro si occupa di svaligiare l'appartamento, portando via soldi e gioielli. Oppure si fanno dare i soldi spiegando che passando di mano in mano le banconote possono facilmente trasmettere il virus o dicono di dover sanificare gli ambienti. Altre volte telefonano prima, fingendosi medici o infermieri e millantando la necessità di eseguire a domicilio il tampone per il Covid-19.

Sino ad oggi, nel Pescarese non sembrano essersi registrati casi del genere o almeno non sono state presentate denunce. Essendo però il capoluogo adriatico e la sua provincia terra fertile per le truffe a danni degli anziani ad opera spesso di famiglie rom, le forze dell'ordine raccomandano la massima attenzione. «Non bisogna mai far entrare persone che non si conoscono nelle proprie abitazioni – sottolinea il dirigente della squadra volante, Paolo Robustelli -. Al di là del Coronavirus, abbiamo avuto nell'ultimo periodo diversi casi di anziani adescati, ad esempio, all'ufficio postale da falsi amici di figli o nipoti o falsi conoscenti che, con delle scuse si sono fatti accompagnare nelle case, per poi portare loro via tutto: dai soldi ai gioielli ai ricordi. Oppure finti addetti delle Asl, che con il pretesto di dover effettuare visite o controlli, li hanno derubati. L'invito che vado ripetendo da tempo – dice Robustelli – è di cercare di verificare subito con chi si sta parlando o chi si ha di fronte, facendo una telefonata. O comunque in caso di dubbio, allertare il 112 e il 113».
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