Una delle due donne morì agli inizi di aprile, l’altra ai primi di luglio. In questa seconda occasione i nipoti dell’anziana si presentarono all’ospedale di Pescara per effettuare il riconoscimento della zia, ma si trovarono davanti la salma di un’altra persona. Con ogni probabilità – è l’ipotesi che gode di maggior credito in Procura – lo scambio di identità avvenne durante l’evacuazione. Se così fosse significherebbe che la donna deceduta agli inizi dell’aprile scorso è morta, in realtà, ai primi di luglio e vice versa.
Appare chiaro che, in buona parte per la confusione generata dall’emergenza, ma forse anche per sciatteria di qualcuno, sono stati commessi degli errori, ai quali purtroppo oggi non è più possibile porre riparo. E’ però doveroso restituire serenità alle famiglie e fare piena luce sull’accaduto. Muovendo da questo assunto il sostituto procuratore Rapino ha incaricato il medico legale Ildo Polidoro di compiere tutte le operazioni necessarie a stabilire con assoluta certezza l’identità delle due donne. Si cercherà di centrare questo obiettivo innanzitutto attraverso la ricostruzione delle storie sanitarie di entrambe, dunque esaminando le rispettive cartelle cliniche, le analisi mediche, le risultanze dei prelievi e l’intera documentazione. Tuttavia si tratta di un percorso che potrebbe anche non consentire di ottenere le necessarie certezze e in tal caso non resterà che riesumare la salma. Una eventualità resa possibile dall’apertura di un fascicolo contro ignoti, per falso indotto, che in linea teorica potrebbe tirare in ballo chi, pur senza alcun dolo e indotto in errore da qualcosa o qualcuno, ha finito per certificare la morte della persona sbagliata. In realtà un atto che appare soprattutto propedeutico a consentire a Polidoro, qualora non risultassero percorribili altre strade, di procedere alla riesumazione della salma.
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