Tra questi ultimi c’è il sindaco di Spoltore, Luciano Di Lorito, polemico sull’inserimento di questo aggravio per i cittadini: «Con l’emergenza Covid in atto – protesta – non si può appesantire così l’accesso ad un bene primario qual è l’acqua. La decisione andava condivisa meglio, scegliendo altri percorsi». Ancora più critico il sindaco di Francavilla al mare Antonio Luciani, il quale ha votato contro insieme al sindaco di San Giovanni Teatino Luciano Marinucci: «L’Ersi – ricostruisce il primo cittadino -, l’Ente regionale servizio idrico, a norma di legge ha autorizzato l’inserimento nel bilancio dell’extra-morosità di 16 milioni di euro, che l’Aca prossimamente fatturerà facendo ricadere gli insoluti sui cittadini che le bollette le hanno sempre pagate».
E a ciò si aggiunge anche una seconda beffa: «L’Aca, avendo messo questa posta positiva in bilancio – sottolinea Luciani -, tra Ires e Irap dovrà pagare 5 milioni di euro. Quindi ciò che i cittadini verseranno in bolletta come conguaglio, andrà direttamente allo Stato come tasse». Da qui il voto contrario di protesta: «Tutto ciò – ammette il sindaco di Francavilla – è previsto dalle legge, che però viene fatta da deputati, senatori e consiglieri regionali, cioè da uomini. Siamo stati messi a conoscenza della vicenda all’ultimo momento, senza aver potuto condurre una battaglia politica per scongiurare l’aumento».
Ma la prossima bolletta vedrà esordire anche una nuova articolazione tariffaria (il Ticsi, Testo integrato dei corrispettivi servizi idrici), deliberata a livello nazionale dall’Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente), non più riferita al solo consumo idrico, che investirà soprattutto le utenze domestiche: «Viene introdotto – annunciano i sindaci aderenti all’Aca - un criterio di calcolo del costo dei consumi legato al numero di persone che compongono il nucleo familiare come fattore fondamentale di calcolo di quanto dovuto. Abbiamo previsto che tutte le maggiori risorse eventualmente derivanti dall’applicazione del Ticsi, siano destinate alla spesa per gli investimenti e per il miglioramento, la manutenzione e il potenziamento del servizio idrico integrato». Una rimodulazione che non convince tutti: «Dovrebbe alleggerire le famiglie bisognose – conclude Antonio Luciani -, ma la paura è che si trasformi in un nuovo aumento». L’Aca ha reso noto di aver coperto oltre il 65% del debito concordatario, anche grazie ai ricavi conseguiti, e di aver fatto circa 13 milioni di investimenti.
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