Coronavirus, in Abruzzo le spiagge libere diventano a numero chiuso

Coronavirus, in Abruzzo le spiagge libere diventano a numero chiuso
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Sabato 30 Maggio 2020, 09:30
E’ arrivata ieri sera l’attesa ordinanza della Regione Abruzzo che disciplina l’uso e la fruizione delle spiagge libere. Nel documento si ribadisce subito che «le spiagge libere ricadono sotto la gestione diretta del Comuni, finalizzate dalla necessità di libera e gratuita fruizione della collettività con attrezzatura balneare propria per cui gli stessi a cui fanno riferimento le funzioni di individuazione e regolamentazione delle spiagge libere ed i servizi di pulizia e salvamento connessi, dovranno disciplinare l’accesso e la fruizione delle spiagge libere». I Comuni dovranno indicare un numero massimo di bagnanti, il lido diventa insomma a numero chiuso. Devono essere assicurate opportune misure di pulizia della spiaggia e di igienizzazione delle attrezzature comuni, come i servizi igienici, ove presenti.

Dal loro canto i fruitori della spiaggia libera, nel posizionamento delle proprie attrezzature (ombrelloni, lettini, sdraio etc.) dovranno rispettare le medesime misure di distanziamento per i complessi balneari; l’informativa e il rispetto delle misure di mitigazione di rischio da parte dei bagnanti. Si sottolinea che l’area complessivamente destinata ad ogni singolo ombrellone o altro sistema di ombreggio non può comunque essere inferiore a 10 mq; le attrezzature complementari utilizzate in aggiunta all’ombrellone (sdraio, seggiola, lettino etc.) possono essere posizionate in quantità limitata atta a garantire il distanziamento con le attrezzature dell’ombrellone contiguo di almeno 1 metro; sotto agli ombrelloni, o ad altri sistemi di ombreggio, è fatto obbligo osservare una distanza  di sicurezza interpersonale di almeno 1 metro. Molto interessante è la disposizione per cui per le spiagge libere, di piccole-medie dimensioni: nel rispetto della esigenza primaria della libera e gratuita fruizione, i Comuni potranno valutare, la possibilità di affidare parte delle stesse a strutture ricettive e/o turistiche che non possono ricevere il consueto servizio dagli  stabilimenti balneari e/o compensare nelle stesse la diminuzione delle attrezzature balneari. Che era quello che alcuni sindaci chiedevano. Per personale di informazione e controllo in spiaggia si potrà ricorrere alle associazione.
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