Vaccinazioni anti-Covid in spiaggia, open day dedicati a tutte le fasce di età, maxi campagne per sensibilizzare la popolazione e arrivare il più possibile al popolo degli indecisi: anche in Abruzzo è corsa contro il tempo per raggiungere la tanto agognata immunità di gregge e coprire l'80% della popolazione vaccinabile. La lotta contro il virus è arrivata a una fase decisiva ma i nodi da sciogliere restano ancora molti: mentre si riaccende il dibattito sull’obbligo del vaccino anti-Covid anche l’immunità, come intesa sino ad oggi, viene messa in discussione. «In questo momento l’Abruzzo è lontanissimo dal raggiungimento dell’immunità di gregge».
Ne è certo il virologo Paolo Fazii, direttore del laboratorio della Asl di Pescara e componente del Gruppo tecnico scientifico regionale d’Abruzzo: «Ci sono tante variabili che vanno considerate, il discorso è molto più complesso di quanto si possa immaginare». Nell’ultimo mese la data prevista per il raggiungimento dell’obiettivo è slittata quasi quotidianamente; stando all’ultimo aggiornamento ci vorrebbero altri 28 giorni. Bisognerà dunque aspettare il 23 settembre per l’immunità?
«Purtroppo ci vorrà molto di più stando ai numeri che abbiamo oggi e con la riapertura imminente delle scuole sarà ancora più importante. Il ritorno sui banchi è un grosso punto interrogativo, molti adolescenti non sono vaccinati, molti genitori hanno ancora paura, girano troppe leggende metropolitane sui vaccini - spiega il virologo – Poi, dobbiamo considerare alcune variabili come la mancanza dell’obbligatorietà, siamo uno Stato libero e va benissimo rispettare le scelte altrui, ma bisogna capire il perché delle azioni e valutare le possibili conseguenze. E ancora: il fatto che l’immunità per il Covid non si raggiunge con l’80% di copertura, ma dovremmo arrivare a somministrare le dosi all’85-90% di popolazione vaccinabile e ad oggi sfioriamo il 70%. Inoltre, per fare calcoli scientifici bisognerebbe evidenziare i “non-responder”, tutti coloro che non sviluppano anticorpi dopo essere stati vaccinati.
Il discorso nasce per sottolineare l’importanza dei vaccini e non il contrario, come sottolinea il virologo Fazii: «L’unica cosa da fare è continuare a vaccinarsi. Dobbiamo pensare a fare il vaccino a più persone possibili e solo dopo penseremo al problema legato all’immunità di gregge. È un atto che siamo tenuti a fare prima di tutto per tutelare la collettività e poi per noi stessi: vaccinandoci garantiamo un futuro a tutti gli immunodepressi, a coloro che hanno l’Hiv, ai diabetici, insomma alla popolazione fragile». Con l’avanzare delle vaccinazioni sono sempre di più i cittadini che vogliono misurare la quantità degli anticorpi al Covid e anche in Abruzzo crescono coloro che chiedono di poter effettuare i test, ma per l’esperto bisogna prestare attenzione: «Esistono molti test ma è bene precisare che la ricerca anticorpale non serve a nulla», spiega Fazii. Per il virologo «serve il test di neutralizzazione per la ricerca di anticorpi neutralizzanti, ma è molto lungo (dura 6 giorni), molto costoso (tra i 300 e i 400 euro) e pericoloso per l’operatore. In Abruzzo c’è solo una struttura che può eseguire questi test: l’Istituto zooprofilattico sperimentale Abruzzo e Molise di Teramo – aggiunge – Anche a Pescara si potrebbe fare ma al momento la struttura non ha una stanza BL3 (Biosafety level 3), assolutamente necessaria proprio per la pericolosità dell’operazione».