Roma, scabbia e Tbc, 50 immigrati in fuga: allerta sanitaria, in arrivo altri 270 rifugiati

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di Riccardo Tagliapietra
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Mercoledì 6 Maggio 2015, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 08:14
Allerta Tbc e scabbia al campo profughi di via Tiberina. Dei 70 immigrati arrivati l'altra notte al camping Tiber alle porte di Roma, molti dei quali malati, solo una ventina hanno scelto di andare all'ufficio stranieri per essere identificati. Di questi un uomo e una donna con sospetta tubercolosi, «sono stati ricoverati in ospedale», hanno spiegato dalla Croce Rossa che ha escluso «qualsiasi emergenza sanitaria».



All'ufficio immigrazione della questura di via Salviati ieri pomeriggio c'erano altri tre casi di sospetta tubercolosi, corredati di certificato medico. Si tratterebbe di minori, anche se per due di loro sarà necessario l'esame osseo per stabilire l'età: tutti e tre sono stati riportati al campo in serata. Tosse e febbre persistente i sintomi su presunte cartelle sanitarie non firmate, allegate ai verbali. Tra chi ha scelto di restare c'erano anche una madre e i suoi due figli di 4 e 6 anni con la scabbia, ricoverati invece all'Umberto I, per poi essere ospitati in fretta in altri centri di raccolta romani.



«FANTASMI» MALATI Il resto del gruppo di eritrei sopravvissuti agli ultimi tragici sbarchi sulle coste siciliane - una cinquantina - ha preferito non andare in questura, anche se bisognerà attendere il dato dei rientri serali per avere il conteggio esatto di chi si è dato alla macchia. Quel che è certo è che i primi arrivi stanno mettendo a dura prova la tenuta del sistema.



Un dato destinato ad appesantirsi, visto che in nottata erano attesi altri 50 immigrati provenienti da Salerno, dove è stato incendiato un centro accoglienza. Senza considerare che nei prossimi giorni sono in programma altri 220 arrivi al Tiber, profughi che dovrebbero occupare il posto di quelli che piano piano saranno ospitati in altre strutture di accoglienza, o che spariranno per cercare fotruna altrove.



POCHE RISORSE All'ufficio immigrazione al Prenestino ieri c'erano cinque poliziotti, il più alto in grado un semplice sovrintendente, poco meno di un maresciallo, per intenderci. Nessun ufficiale. Pochi per riuscire a gestire l'arrivo di 70 profughi, che - a questo punto, fortunatamente - non si sono presentati. Scarse le dotazioni di sicurezza: guanti in lattice e una semplice mascherina.



Gli stranieri, inoltre, hanno rifiutato il fotosegnalamento (previsto per legge per chi arriva da clandestino), nessuno sarebbe stato denunciato. Tra gli agenti degli uffici di via Salviati, invece, c'è chi reclamava la disinfestazione dei locali per evitare il rischio contagio.



RISCHIO CONTAGIO Lo scorso settembre erano stati 150 i profughi arrivati in via Salviati, molti malati di scabbia. A 8 di questi era stata diagnosticata la Tbc, avevano viaggiato in pullman assieme agli altri. Alcuni successivamente alla profilassi erano partiti per raggiungere amici o parenti in altri Stati, come l'Olanda, la Francia, la Germania. Stesso percorso che potrebbero aver scelto alcuni di quelli arrivati lunedì, fino a ieri sera volatilizzati, senza la profilassi prevista dal cordone sanitario.