Giorgio Napolitano è morto, fu il primo presidente della Repubblica eletto per due volte: dal Pci al Quirinale, un protagonista del '900 italiano

Venerdì 22 Settembre 2023, 19:55 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 11:02

Giorgio e Silvio

Con Berlusconi i rapporti di Napolitano non sono stati facili. Ma mai improntati a scontri di tipo ideologico. La tensione che raggiunge l’acme quando la crisi economico-finanziaria del 2011 mette a nudo la paralisi del governo Berlusconi e la sua inaffidabilità di fronte ai partners dell’Ue. Lo spread vola fuori controllo e dal cilindro di Napolitano esce il «governo del Presidente» sotto l’egida di Mario Monti appena nominato senatore a vita. «Nessun complotto, io agii per l’Italia» si difenderà successivamente Napolitano rispondendo alle critiche di lo accuserà di una sorta di «golpe strisciante». Ma indubbiamente, con quella nomina (appoggiata dai due principali schieramenti) che consente al Paese di resistere alla pressione della speculazione internazionale e di recuperare in parte la sua credibilità, il ruolo di Napolitano cambia. L’arbitro è costretto a entrare, suo malgrado, nel vivo della partita.

E’ lui il garante della stabilità. Nel dicembre del 2012, quando Berlusconi stringe i tempi per la caduta del governo Monti e Napolitano scioglie le Camere con qualche anticipo, sembra che il suo mandato sia vicino all’epilogo. I suoi appelli per le riforme restano inascoltati così come i suoi moniti contro la corruzione dilagante che alimenta le schiere dell’antipolitica; anche la fede incrollabile verso l’Unione europea deve fare i conti con la miopia di alcuni partners incapaci di coniugare rigore con la crescita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA