Giorgio Napolitano è morto, fu il primo presidente della Repubblica eletto per due volte: dal Pci al Quirinale, un protagonista del '900 italiano

Venerdì 22 Settembre 2023, 19:55 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 11:02

Al servizio delle istituzioni

La fase della milizia politica era finita. Almeno per il momento. Si apriva quella di un uomo al servizio delle istituzioni: prima come presidente della Camera durante la stagione rovente di Tangentopoli, poi come ministro degli Interni del governo Prodi, quindi presidente della Commissione affari costituzionali del Parlamento europeo. Fino alla chiamata al Colle, come successore di Carlo Azeglio Ciampi. Napolitano chiarisce subito che sarebbe stato «il Presidente di tutti», che avrebbe fatto dell’imparzialità un dogma assoluto. Così è stato, almeno fino ad un certo punto. Beninteso, il capo dello Stato non si accontenta di un ruolo notarile, di «spettatore inerte» delle vicende politiche. Dedica molti sforzi per cercare di superare quel muro di incomunicabilità tra i poli, premessa indispensabile per consentire quella «democrazia dell’alternanza» che avrebbe fatto dell’Italia «un Paese normale». Ma lo stesso Napolitano deve riconoscere che gli appelli al dialogo sono sistematicamente vanificati dalla conflittualità permanente tra i due principali schieramenti cui si aggiunge per molti anni lo scontro sulla giustizia tra Silvio Berlusconi e le toghe. Rapporto con i giudici - va detto - difficile anche per Napolitano che sarà costretto a sollevare un conflitto di attribuzione sulla legittimità delle intercettazioni telefoniche disposte dai pm di Palermo nella presunta trattativa Stato-mafia e sarà chiamato a testimoninare al Quirinale.

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