Università della Tuscia: non solo formazione e ricerca, ma anche riqualificazione edilizia di antichi e/o vecchi edifici per ospitare aule, laboratori, spazi polivalenti etc. La notizia della partenza dei lavori all’ex caserma Palmanova per potenziare il polo di Santa Maria del Paradiso (vale un investimento di 6milioni di euro), non fa che confermare una vocazione che Unitus ha manifestato fin dalle origini.
Università, partono i lavori nel polo di via Palmanova: aule, laboratori e un auditorium
Già, le origini: datate 12 gennaio 1981, quando negli angusti spazi del convento di Santa Maria della Trinità si tenne la prima lezione della facoltà di Agraria. Poi, l’ateneo cominciò a prendere il largo, improntando la sua attività non solo nei compiti per così dire istituzionali, ma pure alla necessità di trovare adeguati spazi per le facoltà, relative aule e laboratori, servizi amministrativi, aree di socializzazione degli studenti etc. che, anno dopo anno, ha consentito alla città di veder riqualificare vari complessi monumentali.
Nei primi anni Ottanta, le postazioni universitarie furono allocate a Riello, grazie alla concessione da parte del Comune (era sindaco il Dc Rosato Rosati) di due nuovi edifici che, realizzati per ospitarvi il Magistrale “Santa Rosa” e l’istituto professionale Orioli, divennero sede della facoltà di Agraria (corsi di laurea in Agraria e Scienze forestali) e della facoltà di Lingue straniere moderne.
Nel frattempo maturavano due operazioni di elevato spessore, non solo a livello di investimento finanziario, quanto di “restituzione” alla città, simbolica e materiale insieme, di due prestigiosi complessi monumentali. Il primo: il San Carlo di Pianoscarano, già ospizio per anziani, destinato alla facoltà di Scienze politiche (2002). Il secondo: il convento domenicano di Santa Maria in Gradi, sorto nel XIII secolo per volere del cardinale Raniero Capocci, dal 1873 al 1993 sede del penitenziario e quindi, dal 27 giugno 2013, dopo un restauro esemplare durato dieci anni, residenza del rettorato, in compagnia del Disucom (dipartimento di Scienze umanistiche, della comunicazione e del turismo), completo di aula magna e un auditorium. Nell’ultimo lustro, Unitus ha messo nel mirino l’ex caserma dei Vigili del fuoco di via Oslavia, per la disponibilità della quale la trattativa con la Provincia, legittima proprietaria, sembra segnare il passo.