“Non possiamo far altro che fidarci di chi conosce i dati e l’andamento epidemico. Noi siamo tecnici e auspichiamo che l’istruzione si svolga in presenza. Ma se non è questo il momento lo accettiamo e, anzi, auspichiamo che questo rinvio aiuti a ripartire, quando sarà opportuno, con maggiore sicurezza rispetto a quella valutata ora”. A commentare la decisione di rinviare dall’11 al 18 il rientro in presenza alle secondarie di secondo grado è Daniele Peroni, da pochi giorni tornato alla guida dell’ufficio scolastico provinciale (l’avvicendamento con Francesca Romana Ciangola è durato poco più di un mese).
Il sentore di una simile decisione aveva iniziato ad aleggiare sin dai giorni scorsi con le prese di posizione della Regione Lazio con l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, e con quelle del Comune di Viterbo, per bocca del sindaco Giovanni Arena. Poi, l’ufficialità con l’annuncio da parte del presidente Nicola Zingaretti dell’apposita ordinanza. Annuncio bruciato sul tempo dal primo cittadino del capoluogo della Tuscia che nel primo pomeriggio di ieri il provvedimento l'ha firmato. “Alcune occasioni legate alle festività, nonostante le varie disposizioni, potrebbero aver generato situazioni di contagio. Vogliamo – afferma Arena - isolare gli eventuali casi positivi che dovessero emergere in questi giorni ed evitare quindi ulteriori contagi tra coetanei con la conseguente quarantena di intere classi”.
Intanto, Peroni sottolinea che tra primarie e medie il ritorno sui banchi è filato liscio. “Nessun problema, come del resto da settembre a prima di Natale.