Viterbo: rapina alla gioielleria Bracci, indagato il boss Giuseppe Trovato

Giuseppe Trovato il giorno dell'arresto
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Mercoledì 20 Maggio 2020, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 18:09
Colpo alla gioielleria Bracci, indagato Giuseppe Trovato.
Il boss della ‘nadragheta viterbese sarebbe stato la mente del colpo messo a segno due anni fa nella nota gioielleria del Corso.

Tra gli indagati finiti nel mirino non solo lui. Indagato, come basista, anche il ristoratore Antonio Loria. 
l 14 marzo alle 13 due coppie di esperti rapinatori - i coniugi Salone e i coniugi Grancea - entrano nel negozio di preziosi. Gli uomini armati di pistola fanno irruzione. Le donne restano fuori a fare da palo. A chi passa gridano: «E’ in corso una rapina via da qui».

Nel negozio a Corso Italia in una manciata di minuti accade di tutto. Pistola alla mano i due intimano a tutti di stradarsi perché. E mentre trafugano soldi e gioielli Stefan Grancea immobilizza un dipendente con lo scotch ai polsi. Il proprietario, approfittando di un attimo di distrazione, estrae la pistola e spara colpi in aria. Salone tenta di rispondere al
fuoco ma la pistola si inceppa. Preso dalla rabbia colpisce il proprietario nel tentativo di disarmarlo. E mentre i due lottano, partono dei colpi. Uno trapassa da parte a parte la mano del rapinatore. 

Grancea e Salone si danno alla fuga, utilizzando una dipendente come scudo umano. All’uscita della gioielleria saltano a bordo di un’Alfa già pronta per portare i 4 lontano da Viterbo. A folle velocità imboccano la Superstrada. All’uscita di Soriano nel Cimino, abbandonano l’auto e fuggono verso il mare.

Il giorno la rapina l’arresto a casa del nipote di Salone a Montalto di Castro. Il colpo però sarebbe stato pianificato a tavolino dal boss Trovato che se ne rimase in disparte ad aspettare la sua parte di bottino.

Ora su di lui, rinchiuso nel carcere sardo in attesa della sentenza per associazione a delinquere i stampo mafioso, pende anche un’accusa di rapina aggravata.
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