La sentenza: operazione Coast to Coast, il processo sull'immigrazione clandestina è prescritto

Tribunale di Viterbo
di Maria Letizia Riganelli
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Venerdì 22 Gennaio 2021, 06:40

Sfruttamento dell’immigrazione clandestina, tutto prescritto. Dopo oltre dieci anni dall’inchiesta “Coast to coast”, nome dell’operazione di polizia e carabinieri scattata a marzo 2009, tutti i reati contestati si sono estinti. Ovvero, essendo trascorso troppo tempo dall’avvenimento, lo Stato rinuncia a perseguire penalmente il presunto colpevole.

Ieri il collegio, presieduto dalla giudice Elisabetta Massini, ha decretato la fine emettendo sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione. In attesa di un verdetto c’erano ancora 10 imputati.
Erano 65, inizialmente gli indagati per la maggior parte insospettabili viterbesi. Il resto uomini e donne dello Sri Lanka e dell’America del Sud. Secondo l’impianto accusatorio della Procura di Viterbo gli imputati avrebbero fatto ottenere permessi di soggiorno validi per un anno per lavori fittizi, mai svolti. Gli immigrati all’arrivo sarebbe poi stati licenziati, ma il permesso di soggiorno durava un anno. Un escamotage per farli restare in territorio italiano.

A far partire le indagini una segnalazione dell’ispettorato provinciale del lavoro, che aveva avuto sospetti su una sua impiegata. Il 18 marzo 2009 le forze dell’ordine fecero scattare le manette per una professionista, un’impiegata dell’ufficio provinciale del lavoro, un dipendente di una società partecipata e due cingalesi. 
Al centro dell’inchiesta, coordinata della pm Paola Conti, un presunto traffico a scopo di lucro di decine di cittadini dello Sri Lanka, che sarebbero stati fatti entrare in Italia col trucco di finti contratti di lavoro come colf, giardinieri, badanti, in cambio di somme tra i 4mila e i 7mila euro. 

Per venti dei 42 indagati rinviati a giudizio la prescrizione è arrivata prima dell’inizio del processo.

In cinque, invece, hanno già chiuso i conti con la giustizia patteggiando pene tra gli 8 e i 16 mesi, con multe tra i 12mila e i 16mila euro. Nel processo si era costituito parte civile il ministero del Lavoro.

Il collegio che ha emesso sentenza di prescrizione per gli ultimi 10 imputati è il terzo. Prima di questo ce ne sono stati altri due. Ma per problemi burocratici o di incompatibilità non hanno nemmeno iniziato il lavoro.

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