Dalle difficoltà dell’Isis, poi, potrebbe tentare di risorgere al Qaeda, ancora presente in diverse parti dell’Africa. I combattenti di ritorno dagli scenari di guerra sono un altro dei temi trattati dalla Relazione. Viene considerato molto difficile il “conteggio” di coloro che provengono dall’area siro-irachena, ma secondo le stime più recenti sarebbero circa 19.000 le unità, delle quali quali 8.000 stranieri. Tra questi ultimi, sarebbero circa 2.600 gli europei dello spazio Schengen e 500 i balcanici. La lista delle presenze in Italia è stata aggiornata: non sono state registrate nuove partenze, anche se il numero dei “listati” è cresciuto (da 129 a 138). Inoltre, l’Isis ha mostrato un forte attivismo finanziario, ed è risultata in grado di trasferire all’estero, con largo anticipo, «ingenti fondi drenati dal contesto siro-iracheno, laddove sul fronte qaedista l’autofinanziamento con attività illecite si è confermato un dato ricorrente per quel che attiene in particolare alle formazioni operanti nel Sahel».
Attenzione elevata è stata riservata al rischio infiltrazioni terroristiche nell’ambito dei flussi migratori. «Tale pericolo - scrivono gli 007 - è stato confermato da sviluppi investigativi che hanno attestato l’utilizzo – peraltro sporadico e non strutturale – dei canali dell’immigrazione clandestina per il trasferimento in Europa di estremisti sub-sahariani». Sul versante interno continua a rappresentare una minaccia insidiosa l’anarco-insurrezionalismo, così come l’antagonismo, «una galassia eterogenea che si è distinta per il tentativo di superare una persistente tendenza alla “parcellizzazione delle lotte"».
Una pronunciata vitalità viene rilevata riguardo al panorama dell’ultradestra, che «mostra relazioni intense con omologhe formazioni estere». Il Comparto, al pari di quanto fatto dalle comunità di intelligence dei principali partner internazionali, ha istituito agli inizi del 2018 un esercizio che ha il compito di monitorare possibili interferenze o condizionamenti del processo elettorale. Questo esercizio è stato riattivato nel mese di novembre in vista dell’appuntamento per il rinnovo del Parlamento europeo. E altrettanta attenzione è stata posta al sistema finanziario, proprio «per cogliere tempestivamente l’esistenza di manovre speculative in danno del debito sovrano e dell’euro».
Il premier Conte. Quella jihadista è una minaccia che «non può considerarsi esaurita», ha detto il premier Giuseppe Conte commentando la presentazione della relazione dei Servizi Segreti, ribadendo che «il rischio zero realisticamente non esiste».
Ma, ha aggiunto, «se abbiamo motivi per tenere molto alta la guardia, abbiamo anche valide ragioni per sentirci sereni del cammino intrapreso» da intelligence e forze di polizia nel contrasto.
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