Pasqua, dalle pizze alla uova di ciccolato in pasticceria a Viterboi vince la tradizione

Pasqua, dalle pizze alla uova di ciccolato in pasticceria a Viterboi vince la tradizione
di Luca Telli
3 Minuti di Lettura
Venerdì 2 Aprile 2021, 21:35

Uova decorate e soprese personalizzate. E ancora: pizze di Pasqua dolci e salate, colombe e capolavori di pasta frolla e lievitata creati apposta per l’occasione.

La pandemia e le restrizioni non fermano la voglia di festeggiare né gli artigiani viterbesi del gusto. Dietro le vetrine delle pasticcerie, aperte come bar e ristoranti solo per l’asporto, le luci restano accese anche di notte.  Doppi turni per rispondere agli ordini, dalle prime ore del giorno fino a tarda sera per non scontentare nessuno.

«Da una settimana stiamo consegnando senza sosta– spiega il maestro Virginio Casantini –. È un segnale positivo per tutta la categoria, e per la città in generale, dopo un anno durissimo». La serrata dei ristoranti e lo stop agli spostamenti ha gonfiato la spesa del settore alimentare. Una vena consolatoria l’indice di soddisfazione della quale cresce proporzionalmente con il tasso di zuccheri per cento grammi e la curva ascendente dei chilojoule.

Se la tradizione in tavola per le feste di Pasqua resta tabù difficile da superare, la sperimentazione prova a ritagliarsi uno spazio. «Abbiamo pensato a un nuovo dolce: una colomba identica nella forma ma diversa negli ingredienti – continua Casantini -. Maraschino, amarene e gocce di cioccolato, ispirata alla torta foresta nera».

Estro, ricerca e prodotti doc l’alchimia alla base del lavoro degli altri artigiani viterbesi obiettivo dei quali è la realizzazione di un prodotto di qualità in cui equilibrio e gusto risultano perfettamente bilanciati.

Per i palati di tutti i giorni e per chi, per esigenze fisiologiche (intolleranze a lattosio e glutine) o scelte etiche (vegani) è costretto a delle rinunce.

Un mix di tradizione e innovazione arriva dal maestro Federico Rossi della pasticceria Paolozzi. Dalla nuova colomba mandorlata alle albicocche (anche ripiena con crema di pistacchio), alle uova al doppio cioccolato al latte e bianco. «Ma se dovessi scegliere un dolce, non avrei dubbi e mi butterei sulla pastiera – spiega Rossi -. Non è un prodotto laziale ma al quale senza dubbio è difficile rinunciare». Uno scrigno di pasta frolla farcita con crema di ricotta, grano cotto, arancia e cedro canditi, cannella, estratto naturale di bacche di vaniglia e di fiori d’arancio.

«Spero sia una Pasqua di rinascita – conclude Rossi –. La zona rossa delle settimane scorse è stata una mazzata, lentamente stiamo tornando in carreggiata. L’augurio è che tutto il settore della ristorazione possa tornare alla normalità quanto prima. Le saracinesche chiuse sono tristi da vedere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA