Omicidio del piccolo Matias, fissata l’udienza in Corte d’Appello. La strategia della difesa

Il processo Tomkow
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Sabato 31 Dicembre 2022, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 18:08

Omicidio del piccolo Matias, fissata l’udienza in Corte d’Assise d’Appello. Il prossimo 4 maggio il padre Mirko Tomkow sarà di fronte ai giudici di secondo grado. Il manovale albanese 45enne è stato condannato l’8 luglio 2022 all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Viterbo ritenendolo responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia e omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi del figlio di appena 8 anni.

La difesa di Tomkow, avvocato Paolo Grazini, ha presentato ricorso alla Corte d’Appello proponendo una nuova ricostruzione dei fatti, che spiegherebbe non solo che non ci sarebbe stata la premeditazione ma che la morte di Matias sia stata causa per omicidio colposo. Il manovale 45enne il 16 novembre dello scorso anno uccise il figlio che era appena tornato da scuola. Lo aspettava nascosto in casa, casa dalla quale era stato allontanato per i maltrattamenti contro la moglie. Un omicidio brutale e premeditato.

«Matias - hanno spiegati i giudici della Corte d’Assise di Viterbo nelle motivazioni - è morto per asfissia meccanica violenta provocata dall’applicazione di nastro adesivo sulla bocca e sul naso (con conseguente soffocamento) e per anemia metaemorragica causata da lesioni inferte con mezzo da punta e taglio, che ha penetrato il cranio il collo e il torace».

Tomkow quel 16 novembre entrò nella casa dell’ex e dopo aver bevuto si procurò nastro adesivo e benzina.

E quando il piccolo, di ritorno da scuola, varcò la porta di casa lo colpì e per farlo smettere di urlare gli chiuse bocca e occhi con il nastro da pacchi. Non soddisfatto del lavoro lo colpì quattro volte con un coltello da cucina provocandogli ferite mortali. Matias è morto per soffocamento e per le coltellate arrivate viene al cuore. E poi è stato cosparso di benzina e adagiato nel cassetto del letto.

La difesa sostiene che l’omicidio di Matias sia stato doloso. « Il nastro messo sul viso del bambino non era stato applicato per uccidere ma per farlo tacere, particolare che potrebbe portare a riqualificazione da doloso a colposo». Alla Corte d’Appello la parola. Il 4 maggio in udienza sarà presente anche la parte civile, assistita dall’avvocato Michele Ranucci.

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