Museo Colle del duomo, dall’anno del crollo alla fiducia nel riscatto

Una sala del Museo del Colle del duomo
di Carlo Maria Ponzi
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Sabato 9 Gennaio 2021, 12:08 - Ultimo aggiornamento: 12:49

Ai tempi del Covid-19 la sofferenza è generalizzata. Non la patiscono solo i cittadini e non alberga in modo esclusivo negli avamposti della socialità enogastronomica, della movida e dell’ospitalità (trattorie, ristoranti, bar, pub, strutture ricettive) ma lambisce in profondità gli spazi culturali. Nel capoluogo, una delle mete privilegiate dei flussi turistici nazionali e internazionali – il Museo del Colle del duomo - sta vivendo una contingenza amara, diciamo pure inedita, con un crollo verticale delle presenze provocate dallo stop&go delle aperture/chiusure decretati da vari Dpcm o decreti legge emanati per arginare la pandemia.

Parlando con Francesco Aliperti, responsabile per la comunicazione e le relazioni istituzionali della società Archeoares che gestisce il “Colle” (ma anche Palazzo Doebbing a Sutri, nonché i musei di Anagni e Pitigliano), è inevitabile dare i numeri.

«Partirei - spiega – dai primi due mesi dell’anno, gennaio e febbraio, quando cominciava ad affacciarsi lo spettro del Coronavirus, che ci hanno regalato un incremento dei visitatori anche grazie al traino del Natale 2019, pari al 25%”. Poi, in marzo, ecco il lockdown che ci ha tagliato le gambe, per cui, con la sospensione delle gite scolastiche e lo stop del turismo internazionale, abbiamo perso una fetta consistente dei nostri visitatori».

Il racconto di Aliperti scandice ulteriori numeri, quelli registrati da metà maggio a settembre, quando siamo usciti dal lockdown. «Abbiamo ripreso fiato – sottolinea – registrando un vero e proprio boom. Abbiamo infatti contato 16 mila visitatori paganti, rispetto agli 11.000 di analogo periodo del 2019.

Insomma, mesi di grande afflusso che è svanito con il decreto-legge n. 125 del 7 ottobre e i Dpcm del 13, 18 e 24 ottobre che hanno imposto di nuovo la chiusura dei musei».

Aliperti e gli altri membri della società speravamo di recuperare il tempo parzialmente perduto, nel periodo natalizio, quando il museo del Colle del Duomo tradizionalmente gode di un ingente afflusso, anche grazie al marketing promozionale che Archeoares dispensa su scala nazionale e internazionale grazie ai social. «E invece sono arrivati i provvedimenti di dicembre che hanno decretato lo stop».

Nel periodo di chiusura, la società non è stata con le mani in mano. Ha curato, infatti, le attività didattiche del Sistema museale del lago di Bolsena (Simulabo) orientate alla conoscenza del patrimonio storico-artistico e alla valorizzazione dei musei, affiancate dalla ideazione distribuzione dei “kit” didattici, veri e propri doni natalizi per riscoprire il piacere di vivere una esperienza laboratoriale legata alle tematiche di ciascun museo del Simulabo.

Come guarda al futuro il gruppo di Archeoares? «Malgrado tutto – rivela Aliperti – stiamo lavorando per una serie di interventi da realizzare nel corso del 2021: dal miglioramento delle strutture gestite allo sviluppo e potenziamento di nuovi spazi. Su tutto ci auguriamo di poter essere di nuovo attivi, provvedimenti governativi permettendo, durante le festività di Pasqua (4 aprile) con l’obiettivo di accogliere tanti visitatori, a nostro beneficio e dell’intera città di Viterbo».

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