Covid, nuovi acqqusti alla Asl di Viterbo: 1,3 milioni di euro per un altro anno di tamponi

Belcolle
di Renato Vigna
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Mercoledì 27 Luglio 2022, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 12:03

Un milione e 300mila euro più Iva. È quanto prevede di spendere la Asl di Viterbo per i tamponi nei prossimi 12 mesi. Una spesa inferiore rispetto a quella preventivata alla fine del 2021, tanto che l’azienda sanitaria locale ha deciso di annullare il precedente contratto di fornitura e indire una nuova gara, cucita addosso alle necessità attuali.

Nell’ultimo provvedimento i vertici della Cittadella ammettono che  “i fabbisogni determinati nel bimestre novembre/dicembre 2021, in un momento in cui la curva epidemiologica era in aumento, risultano allo stato attuale obiettivamente eccessivi anche in considerazione dell’attuale andamento in diminuzione della diffusione della pandemia da Covid-19”. Un quadro che ridisegna la domanda di strumentazione in service e kit diagnosti per la ricerca di infezione da virus Sars-Cov-2 da diverse matrici biologiche per la durata di 6 mesi, più eventuale rinnovo di ulteriori 6.

Nonostante la contrazione, il Covid però continua a circolare. Pertanto, “è indispensabile eseguire o confermare in via urgente e prioritaria il tampone nasofaringeo per la ricerca del virus a tutti i nuovi ingressi in ospedale, sia per ricovero ordinario che per eventuali interventi chirurgici”, certifica la Asl.

Inoltre, vanno anche eseguiti 24 ore su 24 i test per i pazienti che accedono ai pronto soccorso della Tuscia. Riuscire a determinare la positività o meno dei pazienti è indispensabile al fine di porli, se contagiati, in quarantena e ridurre le percentuali di contagio tra la popolazione.

La curva, si diceva. Gli ultimi dati diffusi dalla Regione parlano di sono 338 i nuovi casi registrati nella Tuscia nell’arco delle ultime 24 ore e un nuovo decesso. Il totale dei positivi in provincia ha ormai superato quota 7mila. Seppur, quindi, la situazione sia migliore rispetto all’autunno scorso, il virus continua a circolare e la Asl necessita di strumenti per monitorarlo.

Capitolo a sé quello dei casi sommersi: nessuno ha gli strumenti per quantificarli, ma sia i medici di medicina generale della provincia sia l’azienda sanitaria locale ammettono che il fenomeno è alquanto diffuso. Che si tratti di poche centinaia o di qualche migliaia non è possibile saperlo. Di certo c’è che molti scoprono di essere positivi con i test casalinghi ma, soprattutto se non manifestano sintomi preoccupanti del contagio, preferiscono non recarsi in farmacia o ai drive-in per la conferma della diagnosi, così da poter evitare la quarantena.

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