Bilancio comunale: «Completamente ignorati da Arena gli impegni sul Covid approvati all'unanimità»

Bilancio comunale: «Completamente ignorati da Arena gli impegni sul Covid approvati all'unanimità»
di Massimo Chiaravalli
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Domenica 18 Ottobre 2020, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 15:11

Tari, aiuti alle famiglie, investimenti: erano linee di indirizzo che avrebbero dovuto trovare riscontro con coperture certe in bilancio. Invece di tutti quegli ordini del giorno approvati all’unanimità in maniera schizofrenica nel consiglio comunale sul Covid del 28 maggio scorso non c’è praticamente traccia. Tanto che Alvaro Ricci (Pd), Alfonso Antoniozzi (Viterbo 2020) e Francesco Serra (Viterbo dei cittadini) parlano di indicazioni «tutte disattese: impegnare sindaco e giunta è completamente inutile».

Quel giorno hanno avuto il via libera le proposte sia della maggioranza, sia dell’opposizione, tutto in un enorme calderone. Parte Antoniozzi. «Quel consiglio – dice - è stata la più grossa presa in giro verso i cittadini: c’è stata la non volontà di dire “questa cosa la scegliamo e di quest’altra ce ne freghiamo”, per evitare di essere azzannati il giorno dopo».

Eppure di visione e programmazione c’era bisogno. «Non vogliono sentir parlare queste cose, sono insofferenti e allergici, ma è l’errore . dice Antoniozzi - che ha tenuto Viterbo ferma per 50 anni. Gestiscono con fatica l’ordinaria amministrazione. Ora sono alla Scala, in una situazione surreale: non sappiamo nemmeno se arriveremo a mettere in scena gli spettacoli. E nella mia città impegnano 400 mila euro per un Natale che non si sa se si farà. Ormai non sono più sorpreso di niente: come Eduardo, aspetto che passi la nottata». Intanto il Covid continua a crescere. «La sciagura è che abbiamo questa amministrazione in piena emergenza.

Siamo del gatto».

Non meno tenero Ricci. «Ci dovevano essere 1,5 milioni di investimenti su patrimonio artistico e architettonico della città – spiega - perché volevamo ristrutturare il polo museale di palazzo dei Priori. C’era da dotare le famiglie con bambini e ragazzi in età scolare di internet: nell’ipotesi sciagurata che si debba tornare alla didattica a distanza non tutti si possono permettere di spendere 25 euro al mese».

E ancora: «Si dovevano ridurre le tasse, solo sulla Tari - aggiunge Ricci - l’unica cosa che si è vista è la miseria messa per il mese e mezzo chiusura delle attività. Ma c’era un discorso di riduzione fiscale complessiva su Imu e Tari. In compenso ci sono tanti soldi per tarallucci e vino». Ricci aveva indicato anche le cifre, «che erano un elemento di impegno per la giunta Arena. Ma trovare le coperture, avere i pareri positivi, approvare all’unanimità, impegnare sindaco e giunta non serve a niente: la politica poi fa ciò che vuole».

Le misure per il Covid approvate la minoranza nel bilancio però non le vede. «Sono del tutto disattese, seppur condivise: questa – commenta Serra - è la cosa più significativa. E’ il dato che nessuno ha preso in considerazione, forse perché pensavano che fosse tutto finito. Ogni proposta che avevamo portato a termine era declinata sul Covid, in primis la Tari. Invece si va avanti come sempre, con il Natale e gli incarichi professionali, senza alcun legame con la realtà».

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