Crisi centro storico, Viterbo 2020 attacca: «Nostro progetto nel cassetto, dal sindaco nessuna risposta»

Crisi centro storico, Viterbo 2020 attacca: «Nostro progetto nel cassetto, dal sindaco nessuna risposta»
di Luca Telli
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Sabato 31 Ottobre 2020, 16:00

Un anno di silenzio. Un anno di rimpalli tra la sala consiliare di Palazzo dei priori e la commissione urbanistica. Sul tavolo, la proposta di Viterbo 2020 per la riqualificazione e il rilancio del centro storico. Data di presentazione: 15 ottobre 2019, consiglio straordinario con ordine del giorno proprio sulle problematiche del cuore della città.

«Parole, e richieste, cadute nel vuoto e che pesano ancora di più ora che anche l’ANCE è tornata a battere sulla necessità di organizzare una squadra per salvare il centro dal degrado nel quale è caduto». Task force, parola chiave alla base del documento presentato da Chiara Frontini, e firmato 12 mesi fa suoi 3 consiglieri, che la capogruppo ora rivendica.

All’interno della bozza una serie di criticità che vanno dalla pulizia, allo spopolamento, alla mancanza di parcheggi, alla necessità di un marketing turistico e commerciale, divisore comune per la soluzione di quali diventa la sinergia tra istituzioni, associazioni e cittadini.

E ancora: tra modo delle imprese e dell’università con obiettivi programmatici che puntano su cultura e turismo passando da una riconsiderazione sui processi di espansione commerciale e residenziale all’esterno delle mura, con interventi e investimenti da reindirizzare sul centro storico  in un’ottica di rigenerazione urbana

«Come un anno fa torniamo a ribadire come di una problematica così profonda si possa venire a capo solo collaborando a più livelli – continua Frontini –.

La sfida davanti non è quella di una parte politica, ma quella di una città che perde terreno e la ripresa della quale resta, al di là delle bandiere, la nostra priorità».

Una frecciato poi, Frontini la invia a sindaco e alla sua maggioranza: «Questo silenzio fotografa bene la considerazione in cui è tenuta la città e la sua area monumentale. Eravamo pronti a collaborare con delle proposte concrete: la porta non c’è stata aperta».

Non meno caustici il responsabile urbanistica del movimento Stefano Floris e l’architetto Nicola Cerino che insieme monitorano e seguono lo sviluppo della città. «Anche se – precisa Cerino – è forse più giusto parlare di non sviluppo. Parliamo di un centro di piccole dimensioni in cui pochi interventi mirati potrebbero garantire quella sterzata necessaria per riqualificare l’area. Ma gli interventi devono iniziare ora, strada, piazze e vie sono soggette all’invecchiamento come qualsiasi organismo: senza una cura al bisogno anche il corpo più forte muore».

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