A Viterbo in aumento i poveri assistiti dalla Caritas: «Ora c'è anche chi lavora»

Aiuti consegnati alla Caritas a Viterbo
di Luca Telli
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Sabato 19 Febbraio 2022, 12:36 - Ultimo aggiornamento: 12:38

Povertà in aumento, soffrono soprattutto famiglie monoreddito e over 50. «Da Natale il numero di persone che si rivolgono quotidianamente alla mensa è passato da 25 a 50 spiega Luca Zoncheddu, presidente della Caritas diocesana -. Identica, nelle proporzioni, la crescita delle richieste per i dormitori: da 4 a 8». Una situazione di disagio destinata a crescere sulla spinta degli aumenti dei costi di luce, gas e beni di prima necessità che, nella sola Viterbo, registra circa 600 famiglie in difficoltà con un sommerso (quella percentuale di chi, cioè, non chiede aiuto alle associazioni o ai servizi sociali preferendo la famiglia d'origine) tra il 15 e il 20%.

«Molte delle persone che chiedono aiuto hanno perso il lavoro e sono sprovviste delle coperture contrattuali che garantirebbero loro l'accesso agli ammortizzatori sociali aggiunge Zoncheddu - ma tuttavia, ed è la cosa che preoccupa, c'è una parte che pure avendo un'occupazione non riesce ad arrivare a fine mese». Sono i cosiddetti lavoratori poveri, con una retribuzione talmente bassa da rischiare di finire in forte bisogno.

«Quello che dobbiamo assicurarci è che le difficoltà che queste persone affrontano siano temporanee, che non restino vittime della trappola della povertà. Pensare di superare il problema solo con l'assistenzialismo è l'antefatto del fallimento. Per questo mi auguro una forte collaborazione tra realtà associative, di volontariato ed enti per trovare una soluzione ora che anche il Pnrr garantisce fondi per il contrasto dell'indigenza».

Intanto una risposta immediata la Caritas la darà tra poche settimane inaugurando un nuovo centro ascolto nei pressi del Sacrario, in alcuni locali della Diocesi in via Volturno. «C'è stato un piccolo slittamento rispetto ai tempi di previsione ma siamo in dirittura d'arrivo», precisa Zoncheddu.

Nel dettaglio il punto di ascolto sarà una struttura dove persone in situazioni difficili potranno trovare accoglienza per la soddisfazione di alcuni bisogni primari (tra cui docce e lavanderia), ma non solo: ci sarà uno spazio per l'assistenza legale (avvocati di strada) e progetti di recupero sociale (reinserimento nel mercato del lavoro) attraverso la collaborazione con Comune, Asl e sindacati.

«Cercheremo di offrire tutto quello che serve per rilanciare la cultura dell'accoglienza alla base del processo di sviluppo della comunità».
 

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