Ambulanze del 118, un centinaio tra autisti, infermieri e soccorritori rischiano il posto nella Tuscia

Ambulanze del 118, un centinaio tra autisti, infermieri e soccorritori rischiano il posto nella Tuscia
di Federica Lupino
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Venerdì 8 Ottobre 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 18:56

Poco più di 100 persone. Tra autisti, infermieri e soccorritori tanti sono i lavoratori ora impegnati nel trasporto sanitario d'emergenza che rischiano il posto. Sono dipendenti della Heart Life Croce Amica, capofila del consorzio a cui l'Ares nel 2015, dopo gara europea, ha affidato la gestione del servizio.

Sono 120 le postazioni 118 gestite in tutta la regione per 1.400 lavoratori nel Lazio. Nella Tuscia, sono coinvolte le sedi e il personale impiegato a Civita Castellana, Vetralla, Viterbo, Orte, Civitella d'Agliano, Bolsena, Acquapendente, Canino e Tuscania. Un mezzo decennio di esternalizzazioni giustificate dallla carenza di personale e di mezzi. Poi, con l'uscita dal commissariamento, il Piano di riorganizzazione del servizio sanitario regionale ha previsto la progressiva internalizzazione dei mezzi e delle risorse umane impiegati nel trasporto sanitario d'urgenza.

Insomma, l'intenzione della Regione è quella di non affidare più il soccorso sanitario a terzi: a Roma le prime 8 postazioni sono già state internalizzate. "Ma i concorsi per l'assunzione del personale – sostiene Giuseppe Cocucci, rappresentante provinciale del sindacato Confail – non tengono conto delle professionalità impiegate negli ultimi anni in seno alla Heart Life. Il risultato è rappresentanto da situazioni al limite del surreale per cui, tanto per fare un esempio, il bando già lanciato per 138 posti da autoista prevedeva una generica esperienza pregressa di 5 anni ed è stato vinto anche da chi lavorava come corriere o guidava autobotti, senza tenere conto della formazione specifica in campo sanitario".

Si tratta di personale che durante la pandemia, tra l'altro, è stato in prima line anel garantire il trasporto dei pazienti in sicurezza.

"Quello che contestiamo non è certo il ricorso ai bandi: è giusto che il pubblico proceda con le selezioni. Ma non può ignorare chi si è già formato e ha dimostrato sul campo le proprie competenze", sottolinea Cocucci. In questa situazione si trovano 108 umnità di personale impiegate nelle 9 postazioni del 118 ancora gestite dalla Hearth Life e in attesa di essere internalizzate.

"Abbiamo chiesto un incontro all'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato. Non avendo ancora ricevuto risposta, martedì prossimo manifesteremo sotto la Regione e, se non saremo convocati, proseguiremo con un presidio fisso. Vogliamo spiegare le nostre ragioni e trovare un accordo per salvaguardare autisti, infermieri e soccorritori che hanno già dimostrato il loro valore, rappresentando un patrimonio da preservare per tutta la comunità laziale. Sarebbe opportuno e doveroso - conclude - prevedere dei posti riservati nei concorsi".

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