Violenza contro la donne, "Aiutateci, rischiamo di chiudere": l'appello del centro 'la Caterinaccia'

Violenza contro la donne, "Aiutateci, rischiamo di chiudere": l'appello del centro 'la Caterinaccia'
di Renato Vigna
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 1 Febbraio 2023, 05:50 - Ultimo aggiornamento: 15:10

"Facciamo appello a chiunque: dateci una mano, anche un piccolo contributo è importante”. Rischia di chiudere “La Caterinaccia”,il centro culturale nel cuore di San Faustino a Viterbo che da febbraio dello scorso anno è diventato un punto di riferimento per donne italiane e non, in un quartiere che spesso finisce agli onori della cronaca per episodi di microcriminalità. Così Marta Nori, presidente dell’associazione Kyanos che ha promosso la struttura, chiede aiuto a istituzioni, privati cittadini e imprenditori: "Ci siamo già rivolti ad alcuni enti, come il Comune di Viterbo, ma a bilancio approvato è difficile reperire risorse. Proveremo anche con la Provincia", dice. 

Come si è arrivati a questo punto critico è il classico risvolto di burocrazia e tempi lunghi. “Dal 1 febbraio – racconta – l’unica fonte di sostentamento saremo tutte noi, quelle che resistono”. La Caterinaccia – chiamata in questo modo in onore di Giovanna Pannega, madre di Alfio e figura iconica della Viterbo che non molla, nonostante le difficioltà – è nata grazie a 50mila euro riconosciute dalla Regione Lazio nell’ambito del bando “Comunità solidali” 2020. Quei soldi, però, sono finiti. “Abbiamo certo partecipato alla nuova edizione del progetto ma – ragiona Nori – i tempi con cui la commissione esaminerà le proposte sono lunghi. Stiamo parlando di almeno dieci mesi.

E poi non c’è garanzia che risulteremo tra i vincitori anche questa volta, visto la pesante diminuzione delle risorse messe a bando per la provincia di Viterbo”.

Solo di affitto, i costi mensili del centro ammontano a 800 euro. “Per fortuna, gli insegnanti continuano a lavorare gratis e le donne di sono autotassate”, rivela. Ma per quanto basterà? È la domanda che “non ci fa dormire la notte”, ammette. Perché la Caterinaccia è più di un centro culturale. Da un lato, ci sono le lezioni: il corso di Scrittura creativa; la pizzica; il flamenco arabo; la fotografia; il trattamento reiki, la ceramica; il teatro; lo yoga e il patchwork. Dall’altro c’è quel filo rosso che porta al centro antiviolenza e alla casa rifugio di cui Kyanos è uno degli enti gestori. Non solo quindi attività di aggregazione e socializzazione all’interno di un quartiere difficile, ma anche porto sicuro per le vittime di violenza.

Negli undici mesi di vita, la Caterinaccia ha tesserato 152 donne. Ma gli eventi culturali e collaterali che nel corso dell’anno sono stati qui organizzati ne hanno richiamate oltre 600. E loro, le donne della Caterinaccia, non intendono disperdere questo patrimonio: “Il 24 febbraio inaugureremo una collettiva finalizzata alla raccolta fondi, che durerà fino all’8 marzo”, annuncia Nori. Nel frattempo, chiunque volesse dare una mano può contattarla al numero 3478822124.

© RIPRODUZIONE RISERVATA