Vincolo paesaggistico, i sindaci dell'Alta Tuscia chiedono un tavolo

Paesaggio tra Tuscania a Canino
di Simone Lupino
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Martedì 24 Maggio 2022, 11:22 - Ultimo aggiornamento: 17:19

Sul nuovo vincolo paesaggistico che la Soprintendenza archeologica vorrebbe mettere su una superficie di oltre 20mila ettari nell’Alta Tuscia – proposta che ha causato la levata di scudi delle imprese del fotovoltaico - i sindaci di alcuni degli 8 comuni interessati (Arlena di Castro, Canino, Cellere, Montalto di Castro, Piansano, Tarquinia, Tessennano e Tuscania) hanno opinioni diverse. C’è chi si dice favorevole, come Alessandro Giulivi, che da Tarquinia afferma: “Le rinnovabili solo sui tetti o nelle aree industriali, non sui terreni agricoli”; e chi, invece, come il sindaco di Piansano è contrario, “perché più in generale con il vincolo diventerebbe complicato anche solo costruire una tettoia”.

Altri, infine, esprimono dubbi: “Mi sembra una misura che si pone in direzione opposta rispetto alle indicazioni che arrivano dal governo e dall’Europa”, afferma Sergio Caci (Montalto di Castro). Ma su un punto sembrano tutti d’accordo: sia l’occasione, per riunire i soggetti istituzionali intorno a un tavolo e individuare tutti insieme le aree idonee e quelle non idonee per le rinnovabili sul territorio provinciale.

“Penso che il vincolo giunga tardi. Serviva dieci anni fa, quando sono iniziate ad arrivare le prime richieste da parte delle società – spiega Fabio Bartolacci (Tuscania) -. Nel frattempo sono state autorizzate decine di pale eoliche e centinaia di impianti fotovoltaici. Se però l’iniziativa della Soprintendenza può fare da stimolo a un confronto tra Comuni, Regione e governo allora ben venga. In questo senso, la Provincia di Viterbo sarebbe il soggetto più adatto a coordinare un tavolo". Bilanciare gli interessi in campo si può, secondo Bartolacci: "Noi come Comune siamo già intervenuti in prima battuta nel 2015 e successivamente nel 2020 con una delibera di variante al piano regolatore che individua la zona esatta dove questi impianti si possono realizzare, tutelando in questo modo le aree di maggiore valore agricolo e paesaggistico”.

D’accordo anche Caci: “Serve una regia unica.

Inoltre, i Comuni più grandi possono essere di aiuto a quelli più piccoli condividendo gratuitamente gli strumenti di cui si sono dotati in questi anni per governare il fenomeno. A Montalto, ad esempio, oltre ad aver stilato un regolamento che fornisce indicazioni precise alle aziende che vogliono investire, abbiamo realizzato anche una convenzione che garantisce opere compensatorie di valore economico molto elevato a favore del Comune. E che sta funzionando benissimo”.

“Sì a un tavolo regionale ma in tempi stretti”, dice Roseo Melaragni. Piansano ospita già 21 pale eoliche oltre a due piccoli impianti fotovoltaici. “Noi siamo assolutamente favorevoli al green, ma la voce dei Comuni deve pesare di più, sia sulla localizzazione che sulle superfici, a volte troppo impattanti. Su altri due campi fotovoltaici che stanno per essere approvati siamo potuti intervenire ottenendo solo una riduzione parziale della copertura inizialmente prevista. E alla fine si parla comunque di quasi 100 ettari in totale, lungo la strada che porta a Capodimonte”.

Aspetta di leggere con attenzione la documentazione appena arrivata dalla Soprintendenza il sindaco di Canino, dove il Comune ha già realizzato una mappatura delle aree non idonee: “Abbiamo inviato tutto alla Regione da un mese, aspettiamo la risposta – dice Giuseppe Cesetti - ma sul vincolo credo che sarà necessario un confronto tra tutti i sindaci dei comuni coinvolti”.
 

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