Villa Lante chiusa, monta la polemica a Bagnaia: raccolta firme e sit in di protesta

Villa Lante chiusa, monta la polemica a Bagnaia: raccolta firme e sit in di protesta
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Venerdì 3 Luglio 2020, 11:12
Chiusura di Villa Lante, monta la protesta a Bagnaia. Nel mirino Ministero e Soprintendenza ai beni culturali ma nella polemica entra anche il Comune, accusato da più parti di immobilismo e di chiudere gli occhi davanti alla situazione del borgo.
Il sit in  di tre settimane fa all’esterno dei cancelli del parco non è destinata a rimanere l’unica: da qualche giorno è infatti partita una raccolta firme per chiedere il ripristino dell’orario settimanale e, insieme, sta prendendo corpo l’ipotesi di una manifestazione a stretto giro.
«Il ritornello è sempre lo stesso ma non ci stanchiamo di ripeterlo: l’apertura di Villa Lante solo nel fine settimana non ci sta bene, i bambini non hanno neppure un posto dove giocare. Allo stesso modo non sopportiamo di vedere il degrado che aumenta nei vicoli del centro storico e fuori», spiegano i bagnaioli.
 Poi c’è il capitolo turismo: altra ferita dolorosa per i residenti. Anche questa settimana sono state decine quelli rimasti delusi dalla chiusura. Forse un bene visto che oltre il cancello la situazione non è delle migliori: scarsa manutenzione e fontane monumentali abbandonate.
Fondi bloccati e appalti non ancora rinnovati il binomio che, sembra, avrebbe contribuito in maniera decisiva alla condizione attuale contro la quale tuona anche Antonio Scardozzi, consigliere di Fratelli d’Italia che lo scorso 21 maggio aveva sollevato il caso.
 Parla di realtà paradossale Scardozzi e punta a trovare una soluzione nella consapevolezza che il Comune di Viterbo poco potrà fare.
«Continueremo a far sentire la nostra voce in tutte le sedi– dice Scardozzi – Villa Lante è un patrimonio che appartiene a tutti e, un pizzico di più ai bagnaioli che la vivono quotidianamente. Deve riaprire senza sé e senz ma. Se i rubinetti dei fondi sono asciutti allora c’è da trovarli. Nessuno è disposto a tollerare oltre».
Tante passerelle, dai ministri agli amministratori locali, e pochi interventi nel corso degli anni. Come per il paese: «Da Viterbo si vedono in media una volta ogni 5 anni. Chiedono voti e lasciano solo parole».
 
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