Passaggio alla Talete, arriva il commissariamento per altri 14 Comuni

Passaggio alla Talete, arriva il commissariamento per altri 14 Comuni
di Simone Lupino
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Venerdì 10 Giugno 2022, 07:20

Mentre per oggi è prevista la riunione dell’assemblea dei soci Talete che porterebbe dare il via libera alla trasformazione della spa idrica in una società mista pubblico-privata, scatta il commissariamento per altri 14 Comuni della provincia di Viterbo che gestiscono il servizio ancora in forma indipendente e autonoma. Dell’elenco fanno parte le seguenti amministrazioni: Bassano in Teverina, Castiglione in Teverina, Cellere, Civitella d’Agliano, Gallese, Ischia di Castro, Lubriano, Onano, Orte, Bassano Romano, Gradoli, Latera, Vasanello, Vitorchiano.

Nei confronti di questi sopra citati, il 31 maggio la Giunta regionale, su proposta dell’assessore a Lavori pubblici e Tutela del territorio, ha approvato le delibere che prevedono l’applicazione dei poteri sostitutivi per il trasferimento del servizio idrico al gestore unico dell’Ambito territoriale ottimale 1 Lazio Nord - Viterbo, mediante la nomina di un commissario ad acta. Anche se – spiegano gli atti - per la designazione di questo ultimo si provvederà con un decreto successivo del presidente Zingaretti.  

Con i Comuni neocommissariati arriva a 22 il numero totale di amministrazioni locali per le quali si è arrivati all’applicazione dei poteri sostitutivi.

Un iter che la Regione ha avviato nel 2019 partendo in prima battuta da Monte Romano, Bagnoregio, Fabrica di Roma, Farnese, Grotte di Castro, Proceno, Ronciglione e Villa San Giovanni in Tuscia. Procedimento, come noto, finito in standby dopo il ricorso degli otto comuni “ribelli” alla giustizia amministrativa e ripartito su più ampia scala dal 10 marzo scorso dopo la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato che ha ritenuto legittima l’azione intrapresa dalla Regione Lazio.

Intanto, per stamani davanti al palazzo della Provincia di Viterbo in concomitanza con il voto dei soci Talete, è annunciato anche un presidio del comitato Non ce la beviamo a “difesa dell’acqua pubblica, contro il tentativo di privatizzazione della società Talete, giunto a un inquietante e precipitoso epilogo istituzionale”.

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