Sciame sismico intorno al lago di Bolsena e impianti geotermici, i sindaci: «Siamo allarmati»

Le immagini degli epicentri del sisma
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Martedì 19 Maggio 2020, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 09:43
Oltre 80 scosse in 5 giorni, di cui una quindicina superiori ai 2 gradi della scala Richter e un paio che hanno toccato quota 2,6. Il quadrilatero che trema è quello disegnato da alcuni comuni, di cui tre del Viterbese e uno del Ternano: Acquapendente, San Lorenzo Nuovo, Bolsena nel Lazio e Castel Giorgio in Umbria. Un vero e proprio sciame «con un’ubicazione degli epicentri che è allarmante», dice senza mezzi termini il sindaco aquesiano, Angelo Ghinassi.

Allarmante è già di per sé che i sussulti siano così ravvicinati e concentrati in una stessa zona. «Ma a spaventarci ancora di più è che nella stessa area tanto instabile ci siano 60 richieste depositate per realizzare impianti geotermici», continua il primo cittadino. Di queste, tre quelle in stato più avanzato di realizzazione: uno a Castel Giorgio, autorizzato dal ministero dello Sviluppo economico; un secondo a Torre Alfina, frazione di Acquapendente, appena a 500 metri di distanza dal primo (la presidenza del Consiglio dei ministri ha detto no, l’azienda ha presentato e vinto ricorso al Tar, ma i sindaci si sono rivolti al Consiglio di Stato); un terzo a Latera, per il quale è partita la conferenza dei servizi per ottenere la Via, ovvero la valutazione di impatto ambientale.

«Una vera e propria aggressione», la bolla Ghinassi. “Faccio un esempio: l’impianto di Castel Giorgio propone di prelevare fluodo geotermico a 140 gradi nel bacino idrografico del Tevere e, dopo averne sfruttato le temperature, lo reimmetterebbe a 50-60 gradi nel bacino idrografico di Bolsena. Tra i due , si cererebbe uno scompenso pressorio capace di innescare terremoti in un’area già instabile”, ribadisce.

Oltre al rischio di innesco dell’attività sismica, il sindaco di Acquapendente teme anche un danno concreto al paesaggio e, quindi, al turismo: “Non dimentichiamo che questo è un settore trainante delle nostre economie”, sottolinea. Per questo, 29 sindaci (di cui tre del Ternano) hanno firmato una doppia lettere rivolta al Governo, alla Regione Lazio e Umbria, nonché alla Protezione civile nazionale: “Chiediamo ci sostengano nella nostra battaglia e rivedano le decisione prese”, sintetizza Ghinassi.

Ieri alle 18 ennesima riunione in video tra gli amministratori per concordare altre iniziative.
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