Referendum sulla giustizia, è il giorno del voto

I cinque referendum
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Domenica 12 Giugno 2022, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 17:39

Referendum sulla giustizia, è il giorno del voto. Nella sola giornata di oggi, dalle 7 alle 23, saranno aperti i seggi per esprimere un sì o un no ai 5 quesiti referendari. Nella Tuscia sono chiamati al voto 242.160 elettori (117.909 donne e 124.251 uomini), residenti nei 60 comuni della provincia. Sono cinque i quesiti referendari sulla giustizia, si va dalla separazione delle funzioni per i magistrati alla legge Severino, fino ai limiti alla custodia cautelare; due quesiti riguardano più strettamente il funzionamento del Csm: le regole per le candidature e le valutazioni dei magistrati. Ecco in sintesi cosa chiedono.

Il referendum numero 1, contrassegnato dalla scheda rossa, riguarda l'abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. Il quesito numero 2 (scheda arancione) interviene sulla limitazione delle misure cautelari, in particolare quella relativa alla reiterazione del reato. Il quesito referendario proposto, interviene su quest'ultimo aspetto, chiedendo di limitare i casi in cui può essere disposta la misura cautelare per rischio di reiterazione. Con la scheda di colore giallo (referendum numero 3) gli elettori sono chiamati ad esprimersi sulla separazione delle funzioni dei magistrati. Il quesito chiede l'abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono a un magistrato di passare dalle funzioni di pubblico ministero a quelle di giudice, e viceversa.

Con la scheda di colore grigio (referendum 4) sono chiamati ad esprimersi sul sistema di valutazione dei magistrati, una prerogativa riservata al Csm, che decide anche sulla base di valutazioni espresse dai Consigli giudiziari a livello territoriale. Il quesito riguarda la "partecipazione dei membri laici (avvocati e giuristi) a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Sulla stessa materia interviene anche la riforma Cartabia all'esame del Parlamento. Il referendum numero 5 (scheda verde) interviene sul meccanismo di selezione dei magistrati candidati alle elezioni del Csm. Il quesito propone di cancellare la norma che stabilisce che ogni candidatura per l'elezione dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura sia sostenuta da un minimo di 25 e un massimo di 50 presentatori.

La precondizione perché i referendum abrogativi siano validi è che si rechi alle urne la metà più uno degli aventi diritto. Quindi anche non votare rappresenta una scelta precisa. Con il sì si cambia la norma, con il no tutto resta invariato. Per gli elettori che si recheranno alle urne per le amministrative ma non vogliono votare per i referendum vale anche la scelta di non ritirare le schede per i cinque referendum.

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