L'area delle ricerche si trova nel territorio di Canino, a est della Tomba François, in prossimità della presunta localizzazione della Tomba dei Bronzetti Sardi. Ieri mattina sono iniziati a pieno ritmo i lavori nel cantiere, dove stanno scavando gli studenti dell'università seguiti dal professore Marco Pacciarelli e dal direttore scientifico di Fondazione Vulci Carlo Casi con il coordinamento di Simona Carosi della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l'Area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l'Etruria meridionale.
La ricerca ha tra gli obiettivi quello di ritrovare e rendere fruibili al pubblico altre porzioni di quella che è comunemente riconosciuta la necropoli reale di Vulci, aumentando i percorsi di visita del Parco. I primi risultati saranno presentati in occasione dell’incontro di studi internazionale “Vulci Work in Progress” che sarà organizzato nel 2021 a Vulci, dove confluiranno i dati delle ricerche svolte negli ultimi anni all’interno del Parco da parte di numerosi enti di ricerca italiani e stranieri.
«Si è creato a Vulci un clima di collaborazione molto importante – ha detto il professor Pacciarelli -. Con questa unione d'intenti è stato possibile avviare un progetto che ha l'obiettivo di ricostruire l'origine di Vulci, una delle grandi città di tutto il mediterraneo antico».
I ragazzi si tratterranno a Vulci quattro settimane, lavorando sul primo scavo sistematico su vasta superficie in questa zona di Vulci, per scoprire come erano strutturate queste necropoli.
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