Morì cadendo dalla finestra della casa di riposo, i Nas: «Poco personale e amministratore non qualificato»

Aula di Tribunale
2 Minuti di Lettura
Martedì 9 Marzo 2021, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 22:49

Morì cadendo dalla finestra della casa di riposo, i Nas: «nella struttura poco personale e amministratore non qualificato». E’ ripreso ieri mattina il il processo in Corte d’Assise a carico di Amedeo Menicacci e Noemi Castellani accusati di abbandono di anziano aggravato dalla morte.
La sera del 15 gennaio 2019 Gian Paolo Rossi di 81 anni precipita dal secondo piano della casa di riposo sulla Tarquiniese. Un volo di oltre tre metri che gli costa la vita. La vittima, residente a Monte Argentario (Grosseto), era ricoverata da tempo nell’alloggio per anziani di Tuscania.
L’intervento dei sanitari del 118 è stato immediato, medici e infermieri hanno provato a rianimare l’anziano ospite, ma per lui non c’è stato nulla da fare. Accorsi sul posto anche i carabinieri della compagnia di Tuscania, a cui sono state affidate le indagini. Indagini che il sostituto procuratore Massimiliano Siddi, ha poi allargato chiamando in supporto anche i carabinieri del Nas per le opportune verifiche nella struttura.
L’ipotesi accusatoria è che siano state omesse tutte quelle misure di sicurezza che avrebbero potuto evitare la tragedia.
I familiari della vittima si sono costituiti parte civile nel processo.
«Da quanto abbiamo potuto accertare - hanno spiegato i Nas - nei nostri 5 accessi nella struttura il persone presente era in numero insufficiente. Non c’erano nemmeno i requisiti minimi. Tra l’altro alcuni operatori sanitaria non avevano nemmeno la qualifica. La Castellani, secondo noi, non aveva i titoli per ricoprire gli incarichi che svolgeva. Non aveva una laurea né l’esperienza richiesta dalla legge».
Si torna in aula la prossima settimana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA