Mammagialla, i sindacati: «Poco personale, al carcere di Viterbo non c'è sicurezza»

Mammagialla, i sindacati: «Poco personale, al carcere di Viterbo non c'è sicurezza»
di Federica Lupino
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Lunedì 13 Marzo 2023, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 17:15

In un paio di settimane, diversi episodi incendiari con feriti tra gli agenti di polizia penitenziaria e da ultimo – episodio risalente a giovedì – l’ennesima lite tra detenuti. Anche in questo caso, a farne le spese un poliziotto e una educatrice che erano intervenuti per riportare la pace. Ma sono solo alcune delle motivazioni che hanno scatenato lo stato di agitazione indetto dai sindacati. Sappe. Sinappe, Osapp Uil-Pa, Uspp, Fns-Cisl e Cgil hanno anche in previsione una manifestazione per riportare l’attenzione su Mammagialla dove, è l’accusa, le condizioni di lavoro “sono insostenibili”. 

Tra i problemi più gravi c’è quello della carenza d’organico. Intervenendo sul Messaggero, i giorni scorsi Maurizio Orlandi, segretario della Fns-Cisl, aveva dato i numeri: nella casa circondariale di Viterbo mancano circa 100 unità rispetto alla pianta organica prevista considerate, anche, quelle distaccate al Gruppo operativo mobile (Gom). A fare il paio con la carenza di agenti, il sovraffollamento: 107 i detenuti in più, considerato che i reclusi, come riportato sul sito del ministero del 31 gennaio, sono 519 rispetto ad una capienza regolamentare prevista di 412. E ora i sindacati parlano di “estenuanti turnazioni perché gli agenti sono costretti a coprire più posti di servizio contemporaneamente, con sovrabbondanti e insostenibili carichi di lavoro”.

Il nodo sicurezza nell'istituto penitenziario, poi. “La gestione penitenziaria a Viterbo – chiosano le diverse sigle - la sta compromettendo seriamente, vista l’escalation di episodi gravissimi che lo vedono coinvolto, oramai, con cadenza quotidiana, con rivolte, aggressioni al personale penitenziario e a quello dell’area sanitaria”.
Lamentano, ancora, “l’inefficacia della sanità penitenziaria, povera di risorse umane, mezzi e strumenti diagnostici, che si riverbera inevitabilmente sull’organizzazione del lavoro a causa delle sistematiche visite urgenti dei detenuti in ospedale” con “considerevole aumento di eventi critici e aggressioni ai danni del personale”, soprattutto da parte di detenuti psichiatrici.

Parlano infine di “locale inagibile” utilizzato dal reparto che si occupa di garantire i collegamenti video e di ulteriori carichi di lavoro derivanti da detenuti “in trasferta” da altri istituti fuori regione e ricoverati nel reparto di medicina protetta di Belcolle, con piantonamento a carico del personale in forze a Mammagialla. 

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