Le botteghe storiche non si arrendono, ma servono idee per il centro storico

L'Antica Legatoria Viali, dal 1891 a Piazza Dante
di Diego Galli
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Sabato 29 Gennaio 2022, 07:15 - Ultimo aggiornamento: 23:04

Nonostante la crisi conclamata, non si arrendono i commercianti delle botteghe storiche del centro di Viterbo. Sono loro, come l’Antica Legatoria Viali, aperta nel lontano 1891, a resistere in questi tempi di crisi. È proprio questa loro resilienza a portare avanti il progetto legato alla realizzazione di un albo ufficiale delle botteghe più antiche.

“Ancora adesso, nonostante non ci sia un’amministrazione, è possibile inviare i documenti necessari per iscriversi. Requisiti, istruzioni, è tutto spiegato sul sito del comune. Non bisogna arrendersi”, spiega Lucia Arena, dell’Antica Legatoria Viali. È lei, con la sua attività di famiglia inaugurata nel lontano 1891, a spronare gli altri commercianti a farsi forza e portare avanti il progetto.

“Fare squadra, in un momento di crisi come questo, avrebbe potuto sicuramente giovare a tutti – spiega – il centro storico sta vivendo una crisi mai vista prima, ma che va avanti da anni, sotto gli occhi di tutte le amministrazioni che si avvicendano a Palazzo dei Priori”. Per Lucia Arena, la prima battaglia che dovrà sostenere il futuro primo cittadino viterbese dovrebbe essere proprio quella di tornare a puntare i riflettori sul centro storico, prima che sia troppo tardi.

“In questi ultimi mesi sono in pochi ad aver aiutato il centro storico a riprendersi davvero. Iniziative come quella dei temporary shop natalizi, promossa dalla Camera di Commercio, dovrebbero essere più frequenti e maggiormente diffuse tra le vie storiche”.

Per la titolare dell’antica bottega, ad aggravare la già difficile situazione, con molti negozi costretti a chiudere i battenti, anche la troppo vicina presenza di aree commerciali a alle mura viterbesi.

“Spronare l’apertura di centri commerciali a poca distanza dal cuore di Viterbo – prosegue – è una condanna a morte per chi, invece, lotta per tenere vivo il centro della città". A suo dire, esperimenti come il sostegno del comune alla riapertura di locali storici, come il Gran Caffè Schenardi, andrebbero diffusi a macchia d'olio. "Un incentivo tangibile, come aiuti per pagare gli affitti nei primi mesi di attività, o per sostenere gli altissimi costi delle bollette, potrebbero essere la chiave per spronare nuove attività a investire nel centro. È anche vero che questi nuovi negozi dovrebbero concentrarsi sull'offrire qualcosa di esclusivo, che possa attirare clienti e turisti, altrimenti ci ritroveremmo circondati da grandi marche e basta".

Il fulcro, per Lucia Viali, resta però quello di fare squadra: "Siamo noi botteghe storiche a poter disporre, potenzialmente, di maggiore resilienza. Questo perché la nostra attività va avanti da innumerevoli anni e nessuno di noi può arrendersi a cuore leggero. Tuttavia, anche noi stiamo soffrendo e senza degli aiuti tangibili da parte delle istituzioni, resistere si fa ogni giorno più complicato".

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