Incognita Christmas village, timori tra gli operatori del centro: «Non farlo sarebbe una iattura»

Incognita Christmas village, timori tra gli operatori del centro: «Non farlo sarebbe una iattura»
di Luca Telli
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Lunedì 9 Settembre 2019, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 17:04

Avanti si vada, sempre e comunque. Per un Christmas Village targato Caffeina che parte, non si ancora dove, c'è un altro che arriva, non si sa bene quando (e fatto da chi). Di sicuro, il grigio del peperino non sarà il colore predominante del Natale viterbese. Lo ha assicurato il sindaco Giovanni Arena all'indomani del saluti e baci (o meglio de lo A te e famiglia) del presidente della Fondazione Caffeina, Carlo Rovelli, che di più punta a spostare il baricentro della iniziative cittadine guardando oltre San Pellegrino.

Una patata bollente pronta ad arrivare nelle aule di tribunale, con il direttore artistico Filippo Rossi che nei giorni scorsi ha annunciato di aver «personalmente denunciato, al tribunale delle imprese di Roma, gente che prova a rubare idee, progetti, diritti». E lascia i commercianti del centro storico ad interrogarsi. Domanda principale: l'incognita temporale che passa dall'emanazione del bando (se ci sarà, visto che Caffeina sembra decisa nel migrare) all'assegnazione a chi vincerà, che potrebbe fare i conti con tempi ristretti per la realizzazione del villaggio. Pensiero che agita più di qualcuno.

Il gettito garantito dal Christmas Village nei 40 giorni che vanno dall'ultima settimana di novembre all'Epifania, ha cambiato negli ultimi tre anni gli scenari e la capacità di investimento delle piccole imprese del quartiere medievale. A iniziare dalla possibilità di assunzioni a termine per il periodo natalizio. Non risolutive ma buone per agitare un mercato del lavoro in perenne bonaccia.

Soldi che poi permettono di affrontare i mesi di diaspora turistica (e non) di gennaiofebbraio con una maggiore tranquillità. «Non fare il Christmas Village sarebbe una iattura», ripetono in molti. Gli stessi che chiedono alle parti in causa di seppellire l'ascia di guerra e che pure qualche timore sul possibile nuovo corso lo avanzano, come sintetizza Stefano Achilli, titolare di un ristorante in via San Lorenzo.

«Quello messo in piedi in questi anni era ormai un meccanismo rodato capace di funzionare quasi alla perfezione. Chi verrà dopo avrà una bella responsabilità: farà bene allo stesso modo e se possibile meglio», dice. Parole a cui fanno eco quelle di Christopher, romano che da tre anni ha deciso di investire nel centro di Viterbo con un'attività ricettiva. «Durante il periodo natalizio, il bed and breakfast che gestisco lavora a pieno dice il Christmas Village aiuta non poco: è un volano per città e imprese».
 

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