Emergenza aviaria, sale l'allerta anche nella Tuscia: la Asl vara l'unità di crisi per monitorare i volatili

Emergenza aviaria, sale l'allerta anche nella Tuscia: la Asl vara l'unità di crisi per monitorare i volatili
di Federica Lupino
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Martedì 11 Aprile 2023, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 20:58

Troppo presto per parlare di emergenza aviaria ma i segnali preoccupano la comunità scientifica tanto che lo stato di allerta è alto. Del resto, una mortalità di massa anormale nei gabbiani è stata osservata in particolare in Francia, Belgio, Paesi Bassi e Italia. Il pericolo? Che l’infezione nel pollame aumenti nei prossimi mesi man mano che i gabbiani si diffondono nell'entroterra, sovrapponendosi alle aree di produzione del pollame. Ed è così che alla Asl di Viterbo non si vogliono far trovare impreparati: è nata l’unità di crisi locale contro le emergenze pandemiche. Appena costituitasi, servirà a monitorare lo stato di salute dei volatili e predisporre tempestive azioni di contenimento in caso di necessità. L’unità di crisi è guidata da Nicola Ferrarini, direttore della Unità operativa complessa “Servizio veterinario sanità animale e igiene degli allevamenti”. Con lui, altri 5 esperti del settore.

“Negli ultimi mesi si sono avuti casi di mortalità in gabbiani, alzavole, germani e altri esemplari di rapaci ed anatidi causati dal virus influenzale H5N1. Nella provincia di Viterbo – è la premessa che ha portato alla decisione della Asl - la presenza di specie avicole selvatiche è notevole per la esistenza di zone umide quali il lago di Bolsena, il lago di Vico, quelle in prossimità della costa tirrenica (comprensorio delle ex Saline di Tarquinia), e quelle vicine in territorio toscano come la laguna di Orbetello e il lago di Burano”.

Inoltre, ci sono numerose aziende nel settore della zootecnia. “L’alto numero di allevamenti avicoli, specie a carattere intensivo, nel territorio della provincia di Viterbo, oltre alla consistente presenza di altre specie animali domestiche allevate e di specie animali selvatiche, sono - continuano gli esperti dell’azienda sanitaria locale - tutte condizioni favorenti possibili salti di specie e mutazioni virali, tali da costituire un pericolo per la salute umana maggiore che in altre parti del territorio nazionale e anche per far fronte ad eventuali focolai di influenza aviaria negli animali domestici e di allevamento”.

Condizioni che hanno spinto a un intervento preventivo.

Per la Asl “va mantenuto un adeguato livello di attenzione sulla circolazione dei virus influenzali, da più parti ritenuti i possibili agenti di una prossima pandemia. Sia il ministero della Salute che la Regione Lazio hanno già esplicitato la necessità di attivare una risposta adeguata al livello di allerta creatosi, tramite opportuni interventi che rendano le strutture organizzative della sanità regionale in grado di fornire efficaci risposte all’incombente pericolo di una nuova pandemia”.

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